Medicina e ricerca

Giornata mondiale/ Debellare i virus delle epatiti B e C è possibile

di Giovanni Galati *

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24 Esclusivo per Sanità24

Un mondo libero da epatiti virali è possibile, se vi è informazione e consapevolezza. In occasione della Giornata mondiale delle Epatiti, che si celebra il 28 luglio, vogliamo sensibilizzare la popolazione sulle infezioni da virus epatitico B e C. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), i due virus colpiscono circa 350 milioni di persone al mondo, con più di un milione di morti l’anno per complicanze legate alle malattie di fegato secondarie all’infezione cronica, come la cirrosi e l’epatocarcinoma. Entrambi i virus si trasmettono tramite il sangue e i suoi derivati, strumentari o aghi infetti e, recentemente, anche attraverso trattamenti estetici come piercing e tatuaggi. La trasmissione sessuale invece è prevalente nel caso dell’epatite B.
La Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico fornisce le cure più avanzate per le epatiti virali attraverso un ambulatorio specialistico convenzionato con il Servizio sanitario nazionale, un ambulatorio di ecografia all’avanguardia e la valutazione non invasiva della fibrosi epatica con un macchinario le cui onde ultrasonore, in pochi secondi, esaminano l’elasticità del fegato. Recentemente, inoltre, la Regione Lazio ha lanciato lo screening per l’epatite C ai nati fra il 1969 e il 1989, cui la Fondazione aderisce con le sue attività.
Epatite C
Liberare il mondo dal virus dell’epatite C entro il 2030 è tra gli obiettivi approvati nell’ottobre 2015 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e dall’Oms nel 2016. L’Oms stima 290mila morti per virus nel 2019 e 57 milioni di infetti nel mondo. In Italia nel 2022 sono stati resi noti 55 nuovi casi di persone positive al virus, con un’incidenza dello 0.11 per 100 mila abitanti. E mentre le stime del passato parlano del 2% della popolazione italiana infettata cronicamente dal virus, attualmente non è nota l’esatta prevalenza degli infetti, che oscilla tra 200 mila e 600 mila persone. La diagnosi si effettua con un prelievo venoso per la ricerca di anticorpi anti Hcv. In caso di positività, sono richieste indagini più approfondite, per stabilire se il virus sia attivo. Lo screening di popolazione è auspicabile individuando le categorie a rischio e i nati tra il 1945 e il 1965. Trattata inizialmente con farmaci scarsamente tollerati e con bassa percentuale di guarigione, l’epatite C è oggi curabile con un’altissima percentuale di successo. La Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico fa parte dei centri regionali accreditati per le cure con farmaci innovativi: compresse che vengono assunte a domicilio per 8 o 12 settimane, prive di effetti collaterali e con efficacia pari al 95%.
Epatite B
Scoperto nel 1965, il virus dell’epatite B conta 296 milioni di persone al mondo con infezione cronica, di cui circa 600 mila in Italia. La vaccinazione, obbligatoria dal 1991 per i nuovi nati, ha ridotto drasticamente i numero dei nuovi casi, ma tra la popolazione adulta e anziana risiedono molti casi di epatite B cronica, aquisita in età neonatale o infantile e spesso rimasta silente per anni. La diagnosi di epatite B si effettua con un prelievo venoso per la ricerca dell’antigene HbsAg (detto “Australia”). In caso di positività, si eseguono analisi più approfondite ed in presenza di infezione attiva, le terapie si basano sull’uso di antivirali più comunemente assunti per bocca, che bloccano la replicazione del virus in maniera efficace.

* Internista-epatologo Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico


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