Lavoro e professione

Così il post professionalismo supera le barriere e promuove sinergie

di Renzo Ricci *

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24 Esclusivo per Sanità24

Le professioni sanitarie non possono più rimanere ancorate a modelli statici e rigidamente definiti. L’evoluzione costante della tecnologia e le mutevoli necessità della società richiedono un ripensamento profondo dei confini che tradizionalmente delimitano le responsabilità e le competenze professionali.
Proprio la natura della loro principale vocazione, la salute, con tutta la sua variabilità ed evoluzione continua, non consente di rimanere chiusi dentro a uno “spazio” di rigide gabbie organizzative che limitano la flessibilità e l’adattabilità ai bisogni dinamici ed in continua evoluzione del sistema sanitario. Nonostante molte professioni abbiano storicamente eretto muri invisibili per proteggere la propria identità e autonomia, questi confini sono oggi sotto pressione, resi permeabili da cambiamenti demografici, tecnologici e organizzativi.
L’avanzamento tecnologico (come l’AI o la robotica), i cambiamenti demografici e la carenza di personale hanno eroso i confini tradizionali tra le discipline, richiedendo una rielaborazione dei ruoli e delle competenze. Alcune barriere tra professioni dovranno essere abbattute, non per annullare l’identità professionale, ma per favorire una maggiore flessibilità, adattabilità e collaborazione interdisciplinare. Nasce, con questo, l’esigenza di un nuovo concetto: il post-professionalismo.
Il post-professionalismo rappresenta una risposta alla necessità di superare il modello tradizionale di professionalismo tradizionale. Non si tratta più di difendere territori limitati da confini rigidi, ma di facilitare la permeabilità delle competenze.
Le professioni sanitarie non potranno più limitarsi a un sapere chiuso, ma dovranno abbracciare un modello che consenta la continua evoluzione delle competenze e delle responsabilità, per rispondere alla mutevolezza del settore.
Lo scenario emergente richiede un passaggio dal “professionalismo tradizionale” al “post-professionalismo”, inteso come un modello più fluido e adattabile. Questo nuovo paradigma sposta l’attenzione dalle competenze individuali e dalla protezione dei confini professionali verso la creazione di sinergie interdisciplinari.
Il post-professionalismo non è una semplice evoluzione delle competenze esistenti, ma un cambiamento radicale del modo in cui le professioni operano e interagiscono. Le competenze non devono più essere considerate come esclusiva proprietà di una singola professione, ma dovranno essere condivise e adattate in funzione delle esigenze del contesto. Questo approccio richiederà un cambiamento culturale profondo, che vedrà la formazione continua non solo come aggiornamento delle competenze, ma come un processo di trasformazione costante della propria identità professionale.
In conclusione, come anche indicato nel documento della Fno Tsrm e Pstrp sulla evoluzione dei profili professionali , il futuro delle professioni sanitarie dipenderà dalla capacità di andare incontro al cambiamento e di adattarsi ai nuovi scenari: una nuova visione proattiva e innovativa, in cui le professioni non si limiteranno a rispondere ai cambiamenti, ma li anticipano e li guidano. Questo richiederà non solo nuove competenze, a partire da quelle certificate dall’istruzione universitaria, ma anche nuovi modelli organizzativi e una maggiore collaborazione tra i vari attori del sistema sanitario.
Solo attraverso una visione condivisa e una collaborazione stretta tra istituzioni, professionisti e società sarà possibile guidare questo processo di trasformazione e garantire che le professioni continuino a rispondere efficacemente ai bisogni della collettività.

* Coordinatore del gruppo Dirigenti Fno Tsrm e Pstrp


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