Lavoro e professione
Covid/ Speranza: informazione accurata, efficace e tempestiva pilastro per affrontare le emergenze
di Red.San.
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"Una comunicazione accurata, efficace e tempestiva è uno degli strumenti principali di promozione e tutela della salute. Comunicare in modo corretto, contrastare le fake news, può fare la differenza in una situazione di emergenza: è questa una delle lezioni che abbiamo appreso nel corso di una pandemia che ci ha visto fare i conti anche con il virus della disinformazione. Oggi, anche in tema di comunicazione, è il tempo giusto per far tesoro degli insegnamenti del Covid-19: è questa la sfida più importante del nostro presente". E' il messaggio del ministro della Salute Roberto Speranza, inviato agli Stati generali della comunicazione per la salute, evento organizzato al Policlinico Umberto I di Roma da Federsanità in collaborazione con Pa Social e il patrocinio di ministero della Salute, Istituto superiore di sanità, Anci, Agenas, Formez PA, Ordine dei giornalisti. “Ringrazio gli organizzatori degli Stati generali della comunicazione per la salute che hanno voluto questo momento di riflessione che consentirà ai giornalisti, ai comunicatori pubblici e a tutti i professionisti sanitari di elaborare spunti da prendere in considerazione", ha concluso Speranza.
Anche in un "contesto mondiale davvero terribile, il Ssn è uno dei grandissimi valori dai quali bisogna ripartire", ha detto dal canto suo Tiziana Frittelli, presidente di Federsanità. "La comunicazione - ha aggiunto - deve servire a diffondere il senso etico di un Servizio sanitario nazionale che, a testa alta, ha saputo tenere la barra dritta su quello che doveva fare: la difesa dei più fragili" ed è "disposto ad accogliere anche dall'estero, come sta avvenendo in questi giorni, con la disponibilità di Aziende e professionisti nei confronti di un Paese - l'Ucraina - dilaniato dalla guerra". Il messaggio è: "Noi ci siamo".
Anche per Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss), il Servizio sanitario nazionale "si è dimostrato" nella pandemia di Covid-19 "un bene prezioso attuale, essenziale e che dobbiamo potenziare e rafforzare". La pandemia ci ha mostrato che "non si può pensare di affrontare grandi criticità senza avere la corretta informazione come pilastro. Ora abbiamo la consapevolezza che ha un ruolo importante e che richiede investimenti e professionalità specifiche".
La proposta di Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Medici (Fnomceo) è quella di "modificare sostanzialmente il Codice di deontologia medica perché non si parli più soltanto di comunicazione medico-paziente, ma di come i medici possono utilizzare la comunicazione per raggiungere obiettivi di salute". Gli obiettivi di salute, ha aggiunto, "devono essere condivisi anche con i giornalisti", che hanno un ruolo determinante da questo punto di vista: "questo è importante e non è mai, o quasi mai, stato fatto". L'augurio, ha concluso, "è che ci possa essere una riflessione che metta insieme la necessità dell'informazione con i valori che da sempre caratterizzano le nostre professioni".
Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ha ricordato che LitCovid, ovvero la banca dati che raccoglie gli studi scientifici sul Covid-19, "conta 227.588 citazioni incluse, con una media di 2200-2500 articoli settimanali. Un numero enorme anche solo per studiarli e valutarli. "Sono volumi assolutamente non gestibili- - ha sottolineato - che hanno contribuito all'esplosione dell'infodemia e di una narrativa antiscientifica parallela". La ricerca, ha aggiunto, "ha avuto grossi problemi in pandemia, i ricercatori hanno avuto disponibilità di enorme quantità di dati in brevissimo tempo e ne è nata una quantità enorme di produzione scientifica, ma con pochi studi che avevano livelli di qualità e evidenza che li rendessero utili a guidare decisioni cliniche e politiche. Ci sono stati pochi trial randomizzati e pochi studi longitudinali di coorte". Questo "ha rappresentato la base dell'infodemia perché più rumore c'è e più è facile strumentalizzare e confondere dal punto di vista della comunicazione pubblica". In termini di comunicazione, ha concluso, "la conseguenza è che siamo stati messi di fronte, in questi due anni, di fronte all'esplosione di una narrativa antiscientifica parallela: da quella sulle cure domiciliari a quella dei morti per o con Covid, fino alla strumentalizzazione del termine vigile attesa".
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