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Censis: balzo spesa sanitaria privata pro capite in 10 anni (+23%), 44 miliardi nel 2023
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“Molti conti non tornano nel sistema-Italia e molte equazioni rimangono irrisolte”. Lo scrive il Censis nel 58° Rapporto sulla situazione sociale del Paese, evidenziando come l’attuale ciclo dell’occupazione volge al positivo nonostante i segnali non incoraggianti che provengono dall’andamento del Pil. La media dei primi sei mesi dell’anno si è attestata a 23.878.000 occupati, con un incremento di un milione e mezzo di posti di lavoro acquisiti rispetto all’anno nero della pandemia e una variazione positiva rispetto al 2007 del 4,6%. Per il Censis, la ’dinamica disgiunta’ che in questi mesi ha contraddistinto l’occupazione da una parte e la crescita economica dall’altra (debole quest’anno e prevedibilmente anche nel 2025) alimenta il sospetto che nel mercato del lavoro si sia creata una sorta di ’bolla’: infatti, soltanto alla fine del 2023 è stato superato il valore del Pil antecedente al 2008, il reddito disponibile lordo pro-capite delle famiglie segnava ancora un -7,7% nel 2023 rispetto al 2007, e nei primi otto mesi del 2024 le esportazioni hanno riportato una flessione su base annua dello 0,6% e si è registrata una caduta della domanda nei nostri principali clienti, come gli Stati Uniti, la Germania e la Francia.
Aumenta la spesa privata nella sanità: +23% dal 2010
Secondo il rapporto del Censis negli ultimi dieci anni, tra il 2013 e il 2023, si è registrato un balzo del 23% in termini reali della spesa sanitaria privata pro-capite, che nell’ultimo anno ha superato complessivamente i 44 miliardi di euro. Inoltre, al 62,1% degli italiani è capitato almeno una volta di dover rinviare un check up medico, accertamenti diagnostici o visite specialistiche perché la lista di attesa negli ambulatori del Servizio sanitario nazionale era troppo lunga e il costo da sostenere nelle strutture private era considerato troppo alto. Al 53,8% è capitato, in presenza di problemi di salute, di dover fare ricorso ai propri risparmi per pagare le prestazioni sanitarie necessarie. E il 78,5% dichiara che, in caso di problemi di salute, teme di non poter contare sulla sanità pubblica.
Italia a corto di professionisti sanitari
Secondo il Censis, inoltre, sono di difficile reperimento per esiguità di candidati under 29 il 34,1% delle figure professionali intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione e il 33,3% delle professioni tecniche. Nel 38,9% dei casi non si riescono a trovare giovani che vogliano fare gli artigiani, gli agricoltori o gli operai specializzati. Introvabili gli specialisti e tecnici della salute, anche nel comparto della sanità privata. Il ridotto numero di candidati riguarda ben il 70,7% della domanda di lavoro per infermieri e ostetrici, il 66,8% per i farmacisti e il 64,0% delle posizioni aperte per il personale medico. Inoltre, mancano all’appello candidati per il 34,6% delle professioni sanitarie riabilitative e per il 43,6% delle professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali, tra cui massaggiatori e operatori socio-sanitari.
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