Dal governo

Disgelo Renzi-Regioni, verso l’intesa su un ritocco di 500 milioni ai fondi sanità

di Roberto Turno

L'accordo ancora non è scritto nero su bianco. Ma ormai l'intesa è a un passo. Prove tecniche di disgelo tra Matteo Renzi e i governatori sulla manovra 2016. Sono andate in onda nel tardo pomeriggio di ieri a palazzo Chigi e la pace, spinta con forza nelle ultime ventiquattr'ore dai pontieri del Pd, potrebbe scoppiare presto tra Governo e regioni. Intanto i governatori incasseranno molto probabilmernte già domani il jolly che il premier aveva in serbo: il decreto legge “salva bilanci “ che, includendo non solo il Piemonte, vale qualcosa come 9 miliardi di euro per sistemare l'azzardo dell'uso per la spesa corrente dei fondi per rimborsare i fornitori. Nel decreto (che confluirà nella legge di Stabilità) finiranno anche le nuove regole sul calcolo dei ripiani in favore delle regioni della spesa farmaceutica ospedaliera a carico delle imprese dopo la bocciatura della vecchia procedura di Tar e Consiglio di Stato: vale 1,2 miliardi, ma potrebbero diventare meno. Poi, dopo i tavoli tecnici sulla spesa sanitaria e su quella extrasanitaria decisi ieri e che si insidieranno subito, la partita si trasferirà in Parlamento con tanto di emendamenti confezionati rapidamente.

Le prospettive
Dopo il duro scontro dei giorni scorsi, tutti i partecipanti hanno parlato di un clima «sereno» nella “sala verde” di palazzo Chigi. E «costruttivo», per ammissione dello stesso Sergio Chiamparino. Nessuna polemica, è stato anzi lo stesso Renzi a mettere in chiaro: «Serve serietà non demagogia, nessun muro contro muro. Però deve essere chiaro che non c'è taglio alla sanità e che i fondi aumentano». Perché Renzi è stato chiaro: sul piatto ci sono 111 miliardi e per ora quelli restano. Per ora: perché in Parlamento e negli ambienti di Governo si lasciano intravedere spiragli per un incremento dell'ordine di 500 milioni. Si vedrà se, e come. Intanto il presidente del Consiglio ha insistito sulla necessità di «spendere bene», ha messo al centro i costi standard e i controlli dei costi degli ospedali. Sui contratti nella sanità - era presente la ministra Madia, con Beatrice Lorenzin, Carlo Padoan e il sottosegretario Claudio De Vincenti - ci sarebbe stata la rassicurazione che almeno 120 milioni (ne servirebbero 300-350) sarebbero extra fondi del Ssn. E ha aperto ancora, il premier, sugli investimenti e sui farmaci . Con un corollario da tempo rilanciato da Lorenzin: con la ripresa e l'aumento del Pil la sanità potrà contare nel futuri su un più consistente aumento delle risorse. «Il costo dei farmaci e l'invecchiamento della popolazione - avrebbe chiosato Renzi - ci impone di investire nel settore».

Governatori divisi
Parole che sono suonate come musica per i governatori del Pd. Non per i governatori leghisti e di Fi: «Aria fritta», ha bollato Roberto Maroni (Lombardia) le parole del premier, «nessun divertimento», ha frenato Luca Zaia (Veneto). «Manovra ampiamente insoddisfacente»,, ha commentato Giovanni Toti (Liguria). Per il resto in area Dem, un fiorire di commenti positivi. Per Enrico Rossi (Toscana) «la disponibilità di Renzi è importante, a partire dagli investimenti e dallo sguardo anche al dopo 2016». «Bene l'incontro, il dialogo continua» ha detto Debora Serracchiani (Friuli). «Siamo andati nella direzione giusta», ha aggiunto Catiuscia Marini (Umbria). Soddisfatto Chiamparino, dopo le accuse di questi giorni, in attesa di vedere come finirà in concreto la partita. E anche la ministra della Salute ha apprezzato: «Ci sono 1,3 miliardi in più del 2015: ma ora si deve fare in modo che le regioni li usino al meglio». In che modo, con quali new entry nel testo della manovra, sarà indicato dai tre tavoli tecnici . Due dei quali toccheranno proprio la sanità, ha spiegato De Vincenti: governance e spesa farmaceutica, sia per i medicinali innovativi che per le nuove regole su tetti di spesa e ripiani, argomenti che da tempo dividono Governo e regioni. Ma con le partite ancora da decifrare dei contratti di medici e non medici, anche della stabilizzazione dei precari (si parla di 200-300 mln da rintracciare). Mentre sui vaccini oggi ci sarà l'accordo in Stato-regioni senza che le regioni rialzino le barricate sui costi. Ma si tratterà comunque di alzare ancora un poco l'asticella delle risorse: quei 500 milioni in più, appunto, se arriveranno. Magari con altre risorse da rintracciare tra le pieghe delle misure sanitarie della manovra, chissà se anche riducendo il costo (800 mln) dei Lea. E poi applicando rigorosamente i risparmi negli ospedali e negli acquisti. Perché questa è la vera scommessa: «Gli sprechi devono finire», il diktat di Renzi nella trattativa.


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