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Telemedicina in ambito privato ancora lontana dal decollo: pesano la diffidenza dei pazienti e le dimensioni delle strutture

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24 Esclusivo per Sanità24

La 2a edizione dell’Indagine sulla telemedicina in ambito privato, sviluppata dall’Osservatorio Salute Benessere e Resilienza promosso dalla Fondazione Ries in partnership con il Fondo assistenza sanitaria dirigenti aziende commerciali (Fasdac) e con il disegno scientifico dell’Istituto superiore di sanità, ha fatto emergere ostacoli significativi allo sviluppo di questo settore, nonostante le sue grandi potenzialità.
L’indagine dal titolo “Digital Health e accesso ai diritti di cittadinanza” ha mostrato che solo il 20% delle oltre 270 strutture sanitarie sul territorio nazionale coinvolte ha riportato livelli di fiducia medio-alti verso la telemedicina da parte del proprio personale sanitario; la diffidenza dei pazienti è emersa come il principale ostacolo all’adozione di servizi di telemedicina, segnalata dal 30% delle strutture. Inoltre, al di fuori del Pnrr la telemedicina non decolla: le strutture private soprattutto di dimensioni piccole e medie non sono interessate all’attivazione di servizi di telemedicina e il 60% delle strutture ha dichiarato di non avere intenzione di avviare progetti di telemedicina entro il prossimo anno, contro un 35% che invece ha espresso la volontà di investire in tali soluzioni.
Nonostante queste criticità, alcune specialità mediche, come la salute mentale, la cardiologia e la diabetologia, si distinguono per l’utilizzo della telemedicina, contribuendo in modo significativo alla gestione delle cronicità e alla prevenzione.
La seconda parte del simposio durate il quale si è avuta la presentazione dell’indagine è stata dedicata alla trasformazione in atto dei luoghi di accesso ai servizi per il cittadino. La chiave per la trasformazione digitale è nella ibridazione dei luoghi fisici di realtà capillari come uffici postali, farmacie, tabaccherie che diventano dei centri multiservizi e possono portare la salute oltre i luoghi di cura canonici. «La telemedicina in ambito privato stenta ancora a decollare, alla ricerca di un quadro chiaro, di facile applicazione e remunerativo che dia fiducia alle strutture ed agli operatori verso questa modalità di lavoro», ha commentato Duilio Carusi, coordinatore dell’Osservatorio Salute Benessere e Resilienza e Adjunct Professor Luiss Business School.


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