Aziende e regioni

Diagnosi principale del Ssn: quattro criticità e quattro prospettive “impopolari” per il cambiamento

di Francesco Longo * e Alberto Ricci **

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24 Esclusivo per Sanità24

Nelle politiche e nel management pubblico, come nella medicina, per definire le strategie più adatte a fronteggiare le criticità e per implementare interventi complessivamente efficaci è importante individuare le diagnosi principali. Volendo compiere questo esercizio di sintesi, segnaliamo quattro criticità principali nel Ssn.
La prima riguarda la distanza tra bisogni, attese e risorse in campo. Gli italiani hanno scelto collettivamente, da molto tempo, di avere un Ssn che riceve un finanziamento modesto (poco oltre il 6% del Pil) per operare nel secondo paese più anziano al mondo. Gli altri grandi paesi europei con cui è fisiologico confrontarci hanno compiuto scelte spesso differenti. Peraltro, anche la spesa sanitaria privata non dà segnali di crescita consistenti. Dobbiamo prendere atto collettivamente di questo elemento.
La seconda criticità riguarda il fatto che, per molti ambiti di servizio, l’universalismo dichiarato si traduce in assenza di priorità di intervento definite. Se, però, le risorse sono limitate, ciò determina nei fatti accessi casuali, secondo criteri impliciti e largamente inconsapevoli, spesso poco equi e poco efficaci. Il 52% delle visite è erogato in regime Ssn: intercettiamo i pazienti più appropriati, più bisognosi di continuità di cura o più urgenti, e quelli con minori mezzi economici?
La terza criticità, soprattutto in ambito ambulatoriale, interessa i consumi per abitante: risultano disomogenei e randomici in relazione al bisogno epidemiologico, sia confrontando tra di loro le regioni, sia le aree di una stessa regione.
La quarta criticità riguarda la crescente distanza tra prescrizioni e capacità erogativa reale: ciò comunica un senso di disorientamento e mancata programmazione e organizzazione ai cittadini e pazienti, ma anche ai professionisti.
Queste criticità, purtroppo, sono largamente fuori dal dibattito mediatico e politico e soprattutto dalla consapevolezza dell’opinione pubblica. Sono spesso alla base dei problemi più dibattuti e immediatamente evidenti: liste d’attesa, sovraffollamento dei Ps, scarsità di personale, eccetera. Dalle criticità discendono altrettante prospettive percorribili, che presentiamo come distinte, ma che possono tra di loro essere combinate.
1. Governare le aspettative: esplicitare i limiti del Ssn e ridefinire i criteri di priorità per le prestazioni esigibili è il primo passo fondamentale per allineare le aspettative dei cittadini alle risorse effettivamente disponibili. Identificare i target prioritari, come pazienti cronici o persone con bassa autosufficienza, e comunicare chiaramente le prestazioni garantite, semplificherebbe il sistema e il relativo accesso. In questo modo, si arriverebbe progressivamente ad una maggiore convergenza tra il prescritto e l’erogabile dal Ssn.
2. Efficienza impopolare: riorganizzare la rete ospedaliera riconvertendo le strutture più piccole e frammentate, riorientandole verso i servizi territoriali. Intervenire su ospedali di medie dimensioni che non raggiungono i volumi necessari per garantire qualità e sostenibilità. Accorpare servizi ambulatoriali e laboratori, soprattutto nelle aree con densità eccessiva di strutture.
3. Aumentare le risorse per il Ssn: adottare strategie già sperimentate in altri Paesi, come l’aumento delle compartecipazioni per alcune prestazioni, oppure l’introduzione di assicurazioni integrative, o la revisione delle allocazioni di spesa pubblica per aumentare il finanziamento alla sanità; si tratta, in tutti i casi, di proposte non semplici da tradurre nell’attuale contesto politico e sociale italiano.
4. Rivoluzionare la geografia e i formati dei servizi: digitalizzare i servizi, ridisegnare i ruoli professionali favorendo la collaborazione orizzontale e introducendo nuove figure laiche per l’irrobustimento dei processi.
Le soluzioni proposte dal Rapporto non sono semplici o immediate, né sul versante tecnico-manageriale, né politico nel senso ampio del termine. Guidati dalla fiducia nelle persone che compongono la sanità italiana, siamo convinti che la nostra collettività nazionale, in tutte le sue componenti, sia in grado di raccogliere la sfida di un cambiamento profondo e ambizioso, anche se richiederà tempo, energie, tentativi, errori e ripartenze.

* Associate Professor dell’Università Bocconi e Resp.le scientifico Rapporto Oasi 2024
** Associate Professor of Practice di SDA Bocconi e Coordinatore Rapporto Oasi 2024


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