Medicina e ricerca

Aiom: ogni anno più di 183mila nuove diagnosi di tumore negli anziani

Ogni anno in Italia più di 183mila tumori vengono diagnosticati in pazienti over 70. L’invecchiamento generale della popolazione e l’allungamento dell'aspettativa di vita stanno determinando anche un progressivo cambiamento nell’età dei pazienti che accedono alle cure nelle Unità operative di oncologia nel nostro Paese: per questo, secondo l’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) occorre garantire insieme qualità della cura e qualità di vita.

«Più del 50% del totale delle diagnosi riguarda gli over 70 – spiega il presidente, Carmine Pinto a Catania nel corso di un convegno sui risultati dell'innovazione nei pazienti anziani - e le problematiche sono molteplici: innanzitutto la condizione di particolare fragilità che spesso caratterizza queste persone, con comorbilità spesso rilevanti cui si associano non raramente anche criticità di tipo sociale ugualmente importanti. A questo si aggiunge la quasi assenza di screening con conseguenti diagnosi più avanzate e il minor accesso agli studi clinici. È sempre più evidente l'importanza di una valutazione multidimensionale di questi pazienti, che tenga conto delle comorbilità presenti, dello stato funzionale, delle caratteristiche psicologiche e di supporto sociale che caratterizzano il malato anziano e da cui non si può prescindere nella programmazione di un piano integrato di intervento».

L’età avanzata non può e non deve essere, dunque, un fattore che da solo possa influenzare negativamente le possibilità di cura e di sopravvivenza dopo la diagnosi di una neoplasia. Quindi non dovrebbe limitare le decisioni dei medici, anche in tumori difficili da trattare come quelli del polmone e del pancreas, che nel 2016 hanno fatto registrare rispettivamente nel nostro Paese più di 41mila e 13.500 nuovi casi.

Nello studio di fase III che ha testato l'efficacia e la tollerabilità della combinazione di nab-paclitaxel e carboplatino su 1052 pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule allo stadio avanzato, 156 avevano un'età superiore a 70 anni. La combinazione nab-paclitaxel e carboplatino ha dimostrato una buona efficacia nella sottoanalisi della popolazione anziana (over 70) in termini di sopravvivenza (19,9 mesi contro 10,4 mesi) rispetto ai pazienti nel braccio di controllo trattati con carboplatino e paclitaxel. Oltre all'aumentata efficacia, il trattamento con nab-paclitaxel si è accompagnato a una minore tossicità e a una migliore qualità di vita. «Più di un terzo delle persone colpite da carcinoma polmonare non a piccole cellule – continua Pinto - ha un'età superiore ai 70 anni: sono malati complessi da trattare, perché spesso affetti da condizioni patologiche concomitanti. È quindi importante disporre di valide alternative terapeutiche per questi pazienti sinora orfani di trattamenti. Anche il tumore del pancreas ha il picco di maggiore incidenza tra la sesta e settima decade di vita. Attualmente nab-paclitaxel in combinazione con gemcitabina è utilizzato per tutti i pazienti, anche anziani, con carcinoma del pancreas in fase metastatica e rappresenta il trattamento standard di questa patologia».


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