Medicina e ricerca

Giornata internazionale contro il cancro. Via alla campagna #WeCanICan

di Carmine Pinto (Presidente Associazione Italiana di Oncologia Medica)

I tumori rappresentano un'importante realtà multidimensionale, confinata non solo agli aspetti clinico-assistenziali e di ricerca, ma che inevitabilmente presenta rilevanti ricadute nel vissuto dei pazienti e dei loro familiari. Per sensibilizzare la popolazione, i media, le Istituzioni, il personale medico-sanitario e i pazienti, si celebra oggi la Giornata Mondiale contro il Cancro promossa dall'UICC, un'organizzazione non governativa che rappresenta associazioni impegnate nella lotta alle neoplasie in oltre 100 Paesi. All'evento partecipa anche l'Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) che fa propria la campagna #WeCanICan (www.worldcancerday.org ). L'iniziativa ha l'obiettivo di aumentare il livello di consapevolezza su cosa tutti noi possiamo fare, sia a livello individuale che collettivo, contro la malattia. Un dato merita particolare attenzione: il 40% dei decessi provocati dai tumori può essere evitato incentivando la prevenzione a partire dagli stili di vita sani.

Il cancro è una vera e propria epidemia che causa ogni anno in tutto il mondo più di 8,2 milioni di morti. Da un lato, la prevenzione rimane l'arma più efficace a nostra disposizione e quindi abbiamo il dovere di condurre una vita sana fin da giovani e aderire ai programmi di screening. Dall'altro è invece un diritto di tutti i cittadini, in caso di malattia, ricevere la migliore assistenza possibile. I governi nazionali e le Istituzioni sanitarie devono garantire le terapie innovative e trovare le risorse economiche e umane necessarie per contrastare le neoplasie. Secondo l'Uicc nel 2025 i nuovi casi di cancro nell'intero Pianeta saranno 19,3 milioni. Erano “solo” 12,7 milioni nel 2008. In Italia nel 2015 sono state stimate 363.300 nuove diagnosi di tumore. Il nostro Paese presenta tassi di guarigione fra i più alti in Europa e sei pazienti su dieci riescono a sconfiggere la malattia e possono così tornare a condurre una vita normale. E' un risultato straordinario che evidenzia la grande qualità del sistema sanitario italiano. Infatti in diciassette anni (1990-2007) i pazienti che hanno sconfitto il cancro nel nostro Paese sono aumentati del 18% (uomini) e del 10% (donne). Percentuali che collocano l'Italia al vertice in Europa per numero di guarigioni, soprattutto nei tumori più frequenti come quelli del colon (60,8% vs 57%), del seno (85,5% vs 81,8%) e della prostata (88,6% vs 83,4%).
Ma molta strada resta ancora da percorrere, soprattutto per quanto riguarda alcune forme di tumore particolarmente aggressive e per le quali le terapie a disposizione sono ancora poche. In questi casi la prevenzione primaria è quindi ancora più importante. L'Aiom da anni è impegnata in progetti educazionali dedicati alla popolazione di ogni fascia d'età dagli studenti delle scuole medie inferiori agli over 65 dei centri anziani. Il principale fattore di rischio oncologico è il fumo di sigaretta che lo scorso anno ha causato in Italia 100mila nuovi tumori. Sono riconducibili al tabagismo fino al 90% dei casi di carcinoma polmonare, il 75% di quelli alla testa e collo e il 25-30% delle forme cancro al pancreas. Inoltre aumenta la possibilità di insorgenza di neoplasia a seno, prostata, rene, esofago e vescica. Va sottolineato che per la prima volta in Italia nel 2015 è diminuito il numero di uomini colpiti dal tumore, con 194.400 nuove diagnosi stimate (erano 196.100 nel 2014, 199.500 nel 2013). Una tendenza costante, dovuta soprattutto all'efficacia delle campagne di prevenzione. Che non hanno però portato agli stessi risultati fra le donne, visto che i nuovi casi sono risultati in lieve crescita nel sesso femminile (circa 169.000 nel 2015). Preoccupa soprattutto la diffusione del vizio del fumo fra le donne. Il 23% delle italiane è tabagista, con ricadute evidenti: tra il 1999 e il 2010 l'incidenza del tumore del polmone è diminuita del 20% tra gli uomini, mentre si registra un +36% fra le donne. Di recente l'Aiom ha lanciato alle Istituzioni competenti un appello: aumentare di un centesimo il costo di ogni singola sigaretta. In questo modo è possibile disincentivare il vizio del fumo e al tempo stesso finanziare la creazione di un fondo oncologico nazionale per garantire a tutti i pazienti i farmaci innovativi anti-cancro. Si tratta di terapie efficaci che possono offrire reali possibilità di guarigione. Negli ultimi anni la spesa sanitaria è cresciuta solo dello 0,9%, molto meno rispetto ad altre voci del bilancio pubblico. Grazie a questa speciale ‘tassa per la salute' sul tabacco possiamo recuperare importanti risorse da reinvestire nella lotta a questa malattia.
Per far fronte al progressivo aumento dell'impegno assistenziale e alla sfida della sostenibilità da parte del Sistema sanitario nazionale, correlata anche all'introduzione di nuove e più attive possibilità di cura, è necessario definire una strategia condivisa che riunisca tutti gli attori coinvolti: l'accademia, i clinici, le Istituzioni, gli enti regolatori, l'industria farmaceutica ed i pazienti. Siamo di fronte a una sfida difficile, soprattutto per tumori che nella fase metastatica fanno registrare talvolta alti tassi di mortalità e che, negli ultimi decenni, non hanno beneficiato di significativi progressi terapeutici a fronte di un costante aumento di casi. Si tratta di una sfida che possiamo affrontare sempre meglio, grazie anche al progresso delle conoscenze nella biologia e nell'assetto molecolare dei tumori, al maggiore impatto degli interventi di prevenzione e di diagnosi precoce, e alla disponibilità di nuove tecnologie e di terapie innovative.


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