Medicina e ricerca

Il futuro dei vaccini: investimenti in prevenzione e cultura per garantire salute

di Walter Ricciardi (Direttore dell'Osservatorio nazionale sulla salute nelle Regioni Italiane)

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24 Esclusivo per Sanità24

La vaccinazione è l'intervento di Sanità Pubblica più efficace al mondo, dopo l'acqua pulita, per promuovere la buona salute e salvare vite umane.
Come mai allora si incontrano tante resistenze nella diffusione di tale pratica? Oggi le vaccinazioni sono ad un importante punto di svolta, ed è necessario che la comunità scientifica sia unita nel diffondere il loro valore e supportata da strumenti evidence-based. A questo scopo nasce il I Rapporto “Prevenzione vaccinale” .

I progressi dell'immunologia e della genetica hanno aumentato le nostre conoscenze circa la patogenesi delle malattie infettive ed i meccanismi di difesa dell'organismo umano, consentendo lo sviluppo ed autorizzazione di un elevato numero di nuovi vaccini. Tra le malattie oggi prevenibili si annoverano le meningiti, la malattia pneumococcica, la diarrea da rotavirus e il cancro del collo dell'utero, ma nei prossimi anni i vaccini saranno anche usati per prevenire le dipendenze da nicotina e sostanze stupefacenti, neoplasie, diabete, malattie degenerative del sistema nervoso o per trattare malattie autoimmuni e disturbi allergici. Tale crescente disponibilità di impiego ha sollevato, nel tempo, nuovi interrogativi e problemi che ostacolano o limitano la loro introduzione nell'uso di routine. La preoccupazione dei genitori per l'elevato numero di vaccini somministrati ai figli, le controindicazioni, i potenziali eventi avversi e la ridotta percezione della gravità di malattie come poliomielite, difterite o tetano a causa delle sempre meno evidenti (fortunatamente!) conseguenze delle stesse, rappresentano oggi alcuni tra i fattori di rifiuto della profilassi immunitaria in assenza di una corretta informazione e comunicazione.

Oggi la sfida è, quindi, quella di far capire alla popolazione, e particolarmente a coloro i quali, più o meno consapevolmente, decidono di non proteggersi con una tecnologia nel tempo sempre più sicura ed efficace, che alcune malattie non sono eradicate e che l'abbattimento delle frontiere rende tutti vulnerabili. Basti pensare all'allarme lanciato nel 2014 dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sul riaffacciarsi in Europa della poliomielite, ancora endemica in Afghanistan, Nigeria e Pakistan.
La resistenza degli oppositori alle vaccinazioni mette a rischio l'obiettivo di mantenimento di un elevato livello di copertura vaccinale a beneficio dei singoli e della comunità. Tale resistenza vede motivazioni molto differenziate alla base delle quali, come rivelano diverse indagini condotte nel nostro Paese, vi è la mancata conoscenza o la cattiva informazione, assolutamente fronteggiabili con strategie di educazione e sensibilizzazione volte a consentire ai singoli individui di decidere in modo informato e responsabile. Altre motivazioni sono le ideologie di coloro che considerano la vaccinazione come espressione della medicina tradizionale (contrapposta ad altre correnti di pensiero come l'omeopatia, la religione ortodossa...), dei soggetti e familiari che hanno sperimentato casi di malattia insorti cronologicamente dopo la vaccinazione (attribuite erroneamente, nella maggioranza dei casi, al vaccino) e dei soggetti che per interessi diversi (medici, avvocati, giornalisti, associazioni di cittadini e/o di consumatori…) strumentalizzano situazioni personali drammatiche per trarne benefici di vario tipo (soldi, visibilità mediatica ...).

È emblematica la correlazione causale tra vaccino anti-morbillo-rosolia-parotite ed insorgenza di autismo, documentata falsamente molti anni fa da Andrew Wakefield (medico inglese radiato dal Medical Register nel 2010), ripetutamente richiamata dai media e smentita da tutti gli studi successivi e dall'OMS.
Da non sottovalutare, infine, l'ostacolo verso l'uso di nuovi vaccini legato al loro costo. Gli strumenti in nostro possesso consentono di effettuare una puntuale valutazione costo-efficacia delle nuove tecnologie, identificando la valenza dell'investimento “vaccinazione” a breve, medio e lungo termine a seconda della fascia di età cui essa è rivolta. L'approccio dell'Health Technology Assessment (HTA), che valuta più dimensioni quali l'efficacia, la sicurezza, i costi, l'impatto sociale e organizzativo e che si pone come strumento di intermediazione tra il mondo scientifico e quello decisionale, ha già supportato numerosi documenti a sostegno della costo-efficacia della pratica vaccinale.

A vantaggio della collettività, quindi, è auspicabile che i vaccini abbiano un futuro importante, realizzabile allorché tutti gli attori siano in grado di assumersi le responsabilità legate al proprio ruolo pubblico o privato: il governo centrale, promuovendo una programmazione omogenea su tutto il territorio nazionale e finanziando adeguatamente i vaccini che siano di provata sicurezza e costo-efficacia; quelli regionali, recependo prontamente ed implementando i piani vaccinali, in modo omogeneo nel Paese, e attivando strategie di formazione e sensibilizzazione degli operatori e dei cittadini; i professionisti sanitari, aggiornando costantemente le proprie conoscenze e basando le decisioni in merito alla propria salute ed a quella dei propri pazienti sull'evidenza scientifica e l'etica della responsabilità; i cittadini, informandosi attivamente sulle opportunità offerte dalla medicina e dalla ricerca scientifica, per migliorare qualità e quantità di vita, scegliendo liberamente e responsabilmente.


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