Lavoro e professione
Anatomo patologi in calo del 25% ma la professione è proiettata verso il futuro con la digitalizzazione
di Anna Sapino *
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Gli anatomo-patologici sono sempre più importanti nella gestione di gravi e diffuse malattie ma rischiano di ridursi fortemente come categoria. In cinque anni, infatti, il numero di questi professionisti è calato di oltre il 25% passando in Italia da 1.500 a 1.100 specialisti e le prospettive per il futuro non sono rosee. A livello universitario, negli ultimi anni, la metà dei posti di specializzazione è rimasto vacante. Una crisi che rientra in quella più generale della medicina italiana, ma che pare colpire pesantemente alcune branche specialistiche come l’anatomia patologia. L’allarme è stato lanciato in occasione della prima giornata del 9° Congresso triennale della SIAPeC-IAP (Società Italiana di Anatomia Patologica e Citopatologia Diagnostica). L’evento vede riuniti nei prossimi quattro giorni a Padova oltre 600 specialisti da tutta Italia.
L'anatomia patologica rappresenta ormai la pietra angolare di qualunque percorso diagnostico-terapeutico. Il caso più evidente di questa evoluzione è senza dubbio l’oncologia dove il patologo da molti anni è presente e parte attiva dei team multidisciplinari. Possiamo garantire una migliore pianificazione e selezione terapeutica perché la diagnostica molecolare applicata all’anatomia patologica rappresenta il cardine per la realizzazione della medicina di precisione. Quest’ultima è ormai una realtà nel contrasto a diverse forme di tumore e vede il passaggio verso la “personalizzazione” dei trattamenti in base alle caratteristiche biologiche e molecolari della singola neoplasia. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale e il ricorso alla così detta "patologia digitale" sono due chiari esempi di un ulteriore passo verso la personalizzazione dei percorsi terapeutici.
Gli anatomo patologi hanno un ruolo imprescindibile e inderogabile e perciò è necessario garantire personale formato e competente. Quest’anno abbiamo attivato una stretta collaborazione con il ministero della Salute per definire i dataset nazionali di diagnosi che potranno entrare nel Fascicolo sanitario elettronico. Questo implica un passaggio fondamentale verso la digitalizzazione delle strutture di anatomia patologica in modo uniforme. A breve sarà possibile postare le diagnosi di anatomia patologica direttamente sul Fascicolo sanitario elettronico del singolo paziente. Attualmente i laboratori di anatomia patologica completamente digitali in Italia si contano sulle dita di una mano. Entro un anno però auspichiamo che almeno il 20% di queste strutture sanitarie possano diventare completamente digitali. Ciò significa che avremo un flusso di dati totalmente tracciato con opportunità di utilizzare vetrini “virtuali”. Una digitalizzazione resa possibile grazie ad alcuni fondi ad hoc previsti dal Pnrr insieme ad altre risorse finanziare erogate dalle Regioni. Come Siapec siamo convinti delle potenzialità della anatomia patologica 4.0 e la stiamo promuovendo in tutto il territorio nazionale. La digitalizzazione dei nostri laboratori deve essere pianificata e per farla è disponibile un apposito documento della Esdip (European Society for Digital and Integrative Pathology). Descrive in che modo le anatomie patologiche devono organizzare il flusso digitale dei dati e quali sono le sicurezze da garantire al paziente, anche in termini di privacy. Inoltre, un anno fa abbiamo prodotto insieme all’Istituto Superiore di Sanità un documento per stabilire i requisiti minimi standard che deve avere un laboratorio digitale. Non bisogna però eccedere con i facili trionfalismi. Le tecnologie digitali presentano grandi potenzialità ma il computer non può l’unica soluzione alle criticità emergenti.
Esiste una "crisi di vocazione" della nostra disciplina a cui è urgente dare risposte efficaci. Riscontriamo forti discrepanze nei vari territori legate a carenze di risorse umane e tecnologiche che devono essere colmate. Anche lo sfruttamento della digitalizzazione dell’anatomia patologica richiederà risorse umane necessarie a garantire il funzionamento delle reti. È evidente che dobbiamo rivedere in parte anche la tipologia d’insegnamento che attualmente offriamo. La carenza di personale rischia di essere un problema sempre più drammatico e per contrastarlo bisogna meglio promuovere la nostra disciplina, sfruttando anche il fascino che l’evoluzione tecnologica in atto può avere tra i giovani studenti.
* Presidente SIAPeC-IAP (Società italiana di Anatomia patologica e Citopatologia Diagnostica)
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