Lavoro e professione

Cittadinanzattiva lancia un decalogo di “diritti e doveri” per medici e pazienti

Un decalogo per ricostruire il rapporto in crisi tra medico e paziente restituendo centralità alla relazione e alla fiducia reciproca, a partire dai diritti e doveri di ciascuno. E’ la nuova campagna “cura di coppia” lanciata oggi da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato presso la Fnomceo. La campagna è promossa in collaborazione con associazioni di pazienti, esperti e oltre 20 tra organizzazioni di professionisti e strutture sanitarie e nasce dai dati raccolti da Cittadinanza attiva secondo cui in circa 8 casi su 10, i cittadini segnalano poca sensibilità nell’ascolto da parte del medico o poca empatia. Una persona su 3 trova nel medico scarsa disponibilità a orientarla tra i servizi; una su 4 si confronta con un linguaggio troppo tecnico e poco comprensibile; una su 5 ha vissuto scarsa attenzione al dolore. D’altro canto, circa un medico su 3 ritiene insufficiente o inadeguato il tempo a disposizione per la cura; in ugual proporzione riscontra difficoltà per mancanza di personale e in un caso su 5 per cattiva organizzazione dei servizi. In aggiunta, non esiste ancora nel percorso di laurea del medico una formazione specifica sui temi della comunicazione e relazione.

«Questo lavoro è il risultato di un percorso fatto insieme a molti compagni di viaggio - ha dichiarato Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato -Cittadinanzattiva -. Mi riferisco soprattutto alla Federazione nazionale degli ordini dei medici perché i cambiamenti non si fanno solo a colpi di legge, ma si realizzano soprattutto con le azioni quotidiane e con le collaborazioni autentiche, come queste». Per Aceti si tratta di agire «su aspetti cruciali, generati in parte da comportamenti individuali, in parte da carenze organizzative o disposizioni cieche. Tutto ciò rischia di trasformarsi in conflitti e contenziosi evitabili e che danneggiano la relazione ed il successo delle cure. Per questo abbiamo realizzato un decalogo, cioè dieci consigli per essere consapevoli dei rispettivi diritti e doveri, indicati nella Carta europea dei diritti del malato e nel Codice deontologico dei medici. E’ questo il modo semplice e chiaro con il quale vogliamo aiutare medici e cittadini a mettere in pratica ogni giorno i propri diritti e doveri».

Molti sono i fattori che stanno condizionando il rapporto medico-paziente: una maggiore facilità di accesso alle informazioni, prima solo patrimonio dei medici, l’utilizzo di nuovi strumenti e tecnologie, la cosiddetta medicina “amministrata” e tanto altro.

L’iniziativa, realizzata con il contributo non condizionato di AbbVie, dunque, si pone l’obiettivo di creare consapevolezza relativa ai diritti e doveri che il medico ha nei confronti del paziente, nel pieno esercizio della propria missione di cura. Parallelamente, l'iniziativa focalizza le energie anche sui diritti e doveri del paziente affinché diventi sempre più cosciente del fatto che la propria partecipazione attiva e informata, oltre alla piena adesione al percorso di cura proposto, sono fattori determinanti per il ripristino dei livelli di salute.

«Il rapporto medico paziente è basato su fiducia e rispetto, per entrambi. Così si concludeva, per ambedue le parti, appunto, un decalogo sul rapporto medico-paziente che già nel settembre del 2008 l’Ordine dei medici di Gorizia aveva stilato insieme al locale comitato di Cittadinanzattiva - ha ricordato Roberta Chersevani, presidente della Fnomceo che ha patrocinato la campagna -. Ora, a distanza di nove anni, arriva questa bella iniziativa nazionale, a confermare la validità di quell’intuizione e ad ampliarne la portata. Non cambia però la sostanza: tutti e due i decaloghi, quello di oggi e il suo predecessore, rimarcano l'importanza, nella relazione di cura, dell’accoglienza, dell’ascolto, della condivisione, dell'informazione, della comunicazione. Principi che sono stati fatti propri anche dal nostro Codice Deontologico quando, all'articolo 20, considera il tempo della comunicazione quale tempo di cura».

La campagna sarà diffusa online, sui principali social network, e offline, attraverso la distribuzione del materiale cartaceo di vademecum e decalogo che saranno disponibili presso le sedi del Tribunale per i diritti del malato e delle associazioni di pazienti coinvolte nella campagna, oltre che nelle strutture sanitarie e negli studi medici che aderiranno all'iniziativa.


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