«Il Consiglio nazionale è sovrano. E io dal Consiglio nazionale ho sempre ricevuto fin all’ultimo sostegno unanime. Per questo ho deciso di restare e di gestire l’ordinaria amministrazione fino al congresso straordinario, che va convocato entro i prossimi due mesi. Non voglio abbandonare il sindacato ai giochi di potere: voglio portare a compimento quel progetto di “Rifondazione della medicina generale” che sarà realizzato con la nuova Convenzione». Usa toni quasi epici Giacomo Milillo, il segretario nazionale della Fimmg che aveva rimesso il proprio mandato (il terzo, ancora alla metà del guado) il 23 settembre scorso in seguito alla vicenda Enpam Sicura . Nella lettera di dimissioni , non solo “lasciava” ma dava mano libera a un esecutivo che tericamente, da Statuto, sarebbe dovuto affondare con lui. Alla vigilia del 72° Congresso nazionale di Cagliari, dove aveva annunciato che non sarebbe andato, il colpo di scena: Milillo ora è a Domus De Maria, intenzionato ad andare alla conta dei voti. Perché, sostiene, quanto afferma il presidente Stefano Zingoni sulla irrevocabilità delle sue dimissioni non è fondato. Anzi. «Come si può affermare questo - attacca - e nello stesso tempo affidare la gestione dimissionaria a un esecutivo dimissionario?». E ancora: «Le dimissioni non sono valide fintanto che non siano state recepite. Io le ho ritirate, perciò mi aspetto di tenere nelle mie mani la gestione ordinaria che, sbagliando, avevo immaginato potesse passare al “vicario” Silvestro Scotti. Certo non voglio ricandidarmi, ma c’è un gruppo di soggetti, oggi coalizzati tutti contro di me, che in futuro sarebbero l’uno contro l’altro armati pur di prevalere al vertice. Con buona pace, a quel punto, del progetto politico che in questi anni ho portato avanti in piena sintonia con il Consiglio nazionale. È un problema di poteri, non dimentichiamo che tutta questa vicenda ha origine nello scontro in Enpam , di cui io sono stato vittima».
E il segretario, chi sarà? «L’importante - afferma Giacomo Milillo - è che non si compia questo cambio di passo involutivo che rischierebbe di affossare il rilancio della Medicina generale. Silvestro Scotti? Filippo Anelli? Pier Luigi Bartoletti? Domenico Crisarà? L’importante è che, chiunque prevalga alla segreteria, sia indirizzato al compimento di un progetto unitario di rilancio
».