Lavoro e professione
Oliveti (Enpam) su vicenda Enpam Sicura: «La mala gestio imponeva l’intervento del Cda»
di Barbara Gobbi e Roberto Turno
24 Esclusivo per Sanità24
«A Giacomo Milillo è stato affidato fiduciariamente un compito che lui ha svolto con grande autonomia, anche delegando ad altri. Quel che è certo è che la società Enpam Sicura non è andata a buon fine. Milillo ritiene che tutta questa vicenda sia frutto di un complotto primigenio, mentre il Cda la imputa essenzialmente a mala gestio. Già il 6 aprile scorso avevamo promosso un’azione penale, dovuta in seguito a due notizie di reato, nei confronti del Dg della società per truffa aggravata e svolgimento di attività non pertinenti al mandato. Nei confronti di Milillo, così come del Dg, dopo ben tre votazioni all’unanimità che hanno portato a decidere per la messa in liquidazione della controllata, il 22 settembre il Cda ha scelto di procedere in sede civile».
Il presidente Enpam Alberto Oliveti è un fiume in piena nel riassumere una vicenda complessa su cui forse serviranno anni per fare chiarezza nelle aule giudiziarie.
Cosa in definitiva vi ha portato al voto del 22 settembre?
Dopo il cambio di presidenza, la liquidazione e la decisione di rifinanziare la società con un massimo di 700mila euro per scongiurarne il fallimento, si è entrati nel merito dell’azione di responsabilità, che era dovuta nei confronti degli iscritti, a tutela degli interessi della Fondazione anche nella sua qualità di socio unico di Enpam Sicura. Ci siamo arrivati sulla base di quanto prospettato nel parere rilasciato da due professori, avvocati, i quali avevano rilevato ben 11 punti di contestazione.
Più precisamente?
Tra gli altri, il non aver iscritto la società nel Registro unico degli intermediari assicurativi pur avendo svolto intermediazione assicurativa, l’aver stravolto il piano strategico previsionale del 2016, l’aver variato il codice di attività, l’aver violato il regolamento di assunzione, senza tra l’altro verificare la presenza di eventuali professionalità all’interno della Fondazione... Abbiamo rifiutato di pagare fatture che in tre mesi erano lievitate oltre il milione di euro, per lavori che poi abbiamo verificato come non corrispondenti ad attività svolte per la società. Sono stati tenuti comportamenti su cui va fatta chiarezza. Tutto ciò configura un danno emergente e un lucro cessante. Vanno individuate le responsabilità. I membri del Cda hanno votato secondo scienza e conoscenza.
Quale autocritica potrebbe fare?
Forse di non saper leggere il futuro... Ho seguito le procedure, in molti casi dovute, in maniera corretta. Anche se umanamente mi dispiace, va fatta chiarezza.
Il futuro come si profila, sui “30 giorni”?
Dai ministeri, a suo tempo, non c’era stato un diniego assoluto rispetto alla gestione “interna” della polizza a 30 giorni. Avevano valutato positivamente sia il progetto originario - che nelle intenzioni iniziali doveva rientrare tra le attività di Enpam Sicura - sia l’obiettivo, pur esprimendo perplessità sulle modalità con cui sarebbe stato perseguito. Di recente abbiamo ripresentato ai ministeri competenti un progetto più modulabile che, se sarà approvato, vedrà Enpam diventare titolare sia del finanziamento per i “30 giorni” sia delle “conseguenze di lungo periodo”, anche se queste ultima sarebbero inizialmente affidate a gara. Poi chissà: tra 3 anni forse, finito il tempo di gara, potremmo anche pensare di gestire noi le “conseguenze di lungo periodo” creando sul territorio un network di medici legali. Il ministero del Lavoro e quello delle Finanze stanno esaminando questa proposta, poi è chiaro che ora sono molto presi dalla legge di Bilancio...
In tutta questa vicenda molti temevano il rischio commissariamento...
Applicare delibere non approvate, come Milillo a un certo punto voleva fare per salvare Enpam Sicura, poteva configurare una grave violazione di legge: questa ipotesi mi è stata confermata dai ministeri vigilanti. Grave violazione è anche far fallire una propria controllata ed è per questo che, come Fondazione, abbiamo rifinanziato Enpam sicura. Non penso sia il caso che una Fondazione come la nostra, in buona salute, dia ad altri le chiavi di casa...
© RIPRODUZIONE RISERVATA