Lavoro e professione
Orari di lavoro, l’atto di indirizzo delle Regioni sul tavolo dell’Aran
di Rosanna Magnano
I desiderata delle Regioni sulla difficile partita degli orari di lavoro in sanità sono sul tavolo dell’Aran e saranno la base di discussione per l’incontro con i sindacati previsto per il prossimo 10 novembre . L’atto di indirizzo del Comitato di settore Regioni-Sanità per l’attuazione della Legge europea 2013-bis è stato inviato ieri dal presidente Massimo Garavaglia ai ministri per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione Marianna Madia , alla ministra della Salute Beatrice Lorenzin e al presidente Aran Sergio Gasparrini.
Nell’Atto di indirizzo delle Regioni si considera tra l'altro l'ipotesi di consentire riposi inferiori alle 11 ore (per esempio in presenza di eventi eccezionali e non prevedibili o di assenze improvvise) e la possibilità di prevedere, nei turni mattina-notte, la presenza del medico anche precedentemente all'inizio del servizio di guardia notturna a condizione di garantire allo stesso dirigente almeno otto ore consecutive di riposo tra i due periodi di attività.
Andranno inoltre individuati gli istituti esclusi dalla definizione e dal computo dell'orario di lavoro (per esempio corsi di formazione, attività volontaristiche, libera professione). E sul tetto massimo delle 48 ore di lavoro settimanale (che si dovrebbe calcolare come media su 4 mesi) le direttive indicano la possibilità di espandere il periodo di riferimento fino a 12 mesi, per ragioni obiettive, tecniche o inerenti l'organizzazione del lavoro (carenza di personale, necessità di garantire la continuità assistenziale). Ora la parola passa ai sindacati.
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