In parlamento

Uso terapeutico della cannabis, via libera da Affari sociali e Giustizia

di Rosanna Magnano

Via libera dalle commissioni Affari sociali e Giustizia, in prima lettura, alla Proposta di legge sulla cannabis terapeutica. Con l’approvazione a tamburo battente di 16 emendamenti. Il provvedimento (relatrice per la XII Margherita Miotto - Pd), sarà ora sottoposto rapidamente al parere delle altre commissioni competenti e il Ddl andrà al voto dell’Aula. Il provvedimento è calendarizzato per giovedì 28 settembre. «Si tratta di un testo ampiamente condiviso e non vedo problemi per l’Aula», ha spiegato in proposito il presidente della XII commissione, Mario Marazziti. Che poi ha fatto riferimento anche alle dimissioni da relatore alla II commissione, di Daniele Farina (SI-Possibile), sostituito da Alfredo Bazoli (Pd).

«I primi emendamenti al ddl, che sono stati bocciati - ha spiegato Marazziti - miravano in pratica a fare del testo attuale un testo analogo a quello precedente lo stralcio della parte riguardante la più generale liberalizzazione della cannabis. Infatti, il ddl attualmente all’esame è relativo solo all’uso terapeutico della cannabis. I primi emendamenti, invece, reintroducevano appunto nel testo sulla cannabis terapeutica anche gli altri aspetti relativi alla più generale liberalizzazione della cannabis». Il relatore, ha concluso Marazziti, «si è dunque dimesso a sostegno della necessità di un testo di legge che affronti la questione della liberalizzazione in modo ampio».

Intanto i deputati hanno approvato alcune modifiche importanti ma che non stravolgono il senso del provvedimento. «Si tratta perlopiù di dettagli - spiega la relatrice del provvedimentoMargherita Miotto (Pd) - ma ci sono un paio di modifiche importanti nel l’emendamento 6.21: in particolare si è previsto che nel caso in cui lo tabilimento chimico farmaceutico di Firenze - ora unico istituito autorizzato a produrre i farmaci a base di cannabis - non fosse in grado di soddisfare il fabbisogno nazionale di cannabis terapeutica, l’Organismo statale per la cannabis può autorizzare l'importazione di quantitativi di cannabis da conferire all’istituto di Firenze per la trasfromazione e distribuzione. Inoltre nel caso sia necessario, il ministro della Salute, può autorizzare alla coltivazione uno o più enti o imprese, seguendo le buone pratiche fissate dall’istituto di Firenze».

Tra le altre modifiche approvate, la formazione sull’uso della cannabis entra nel sistema Ecm della formazione continua ai sensi della legge 38/2010 su cure palliative e terapia del dolore. La Commissione nazionale per la formazione continua, disporrà infatti che l'aggiornamento periodico del personale medico, sanitario e sociosanitario sia realizzato attraverso il conseguimento di crediti formativi per acquisire una specifica conoscenza professionale sulle potenzialità terapeutiche delle preparazioni a base di cannabis.

Il consenso in Affari sociali è stato abbastanza ampio, spiega Miotto. «Ma le dinamiche dell’Aula sono diverse - conclude la relatrice alla XII - e non so come voterà il Movimento 5 Stelle, che pure oggi ha approvato l’emndamento più importante. Quel che è certo è che centinaia di pazienti attendono che questa legge sull’uso terapeutico venga approvata. E bisogna pensare innanzitutto ai malati».

Movimento 5 Stelle: «Provvedimento monco»
I deputati pentastellati per il momento restano critici: “Il disegno di Legge sulla cannabis che arriverà in Aula alla Camera nei prossimi giorni sarà monco. Ancora una volta i partiti hanno mercanteggiato al ribasso: l'unica parte che è sopravvissuta alle “potature” della maggioranza è quella relativa all'uso terapeutico. Si tratta certamente di un punto molto importante, vista la consolidata efficacia dei farmaci a base di cannabis nella terapia del dolore e per la cura di molte malattie, ma che tocca solo una parte limitata del fenomeno”.

“Dal testo infatti sono rimasti completamente esclusi - aggiungono i deputati del Movimento 5 Stelle in commissione Affari Sociali e Giustizia - l'autoproduzione anche a fini terapeutici e i cannabis social club su modello spagnolo e il monopolio di Stato. La verità è che a prevalere è stata una visione politica e culturale retrograda sulla regolamentazione della coltivazione della cannabis ad uso personale che finisce con il fare un enorme favore alla criminalità organizzata. Che lo si voglia o meno, infatti, in questo modo viene alimentato un mercato illegale stimato in oltre 7 miliardi di euro all'anno che, tra l'altro, mette a rischio la salute dei consumatori dal momento che la marijuana venduta illegalmente viene spesso tagliata con sostanze pericolose”. Il verdetto finale dell’Aula sarà il 28 settembre.

L’emendamento più importante

Emendamento 6.21
 Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
  1-bis. Per assicurare la disponibilità di cannabis ad uso medico sul territorio nazionale, anche al fine di garantire la continuità terapeutica dei pazienti già in trattamento, l'Organismo statale per la cannabis può autorizzare l'importazione di quote di cannabis da conferire allo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, ai fini della trasformazione e della distribuzione presso le farmacie.
  Conseguentemente, al comma 2, sostituire le parole da: individuate fino alla fine del comma con le seguenti: individuati, con decreto del Ministro della salute, uno o più enti o imprese, da autorizzare alla coltivazione, ai sensi del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, e successive modificazioni, con l'obbligo di operare in « Good agricoltural and collecting practice» (GACP) in base alle procedure indicate dallo stesso Stabilimento e di conferimento dell'intero prodotto al predetto Stabilimento.


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