In parlamento
Ddl Lorenzin, settimana cruciale alla Affari sociali: prove di intesa su farmacie-parafarmacie. Osteopati e chiropratici in rampa di lancio
di Rosanna Magnano
Settimana cruciale alla Commissione Affari sociali della Camera per il Ddl Lorenzin, che dovrebbe approdare al voto dell’Aula nelle prime settimane di ottobre ed essere approvato nella prima finestra utile al Senato. Tra le ultime novità, una cornice normativa certa e oggettiva per l’istituzione di nuove professioni sanitarie, indipendente dalla politica, dalle mode o dal mercato.
Svolta epocale approvata all’unanimità dalla Commissione la scorsa settimana con l’emendamento - anticipato da Sanità24 - presentato dal relatore Mario Marazziti, presidente della Affari sociali, sull’istituzione delle nuove professioni. Una proposta, spiega Marazziti «che cerca di precisare le procedure per diventare una nuova professione sanitaria, che quindi rende la legge un provvedimento aperto. L’iniziativa può partire dal basso, anche dal ministero della Salute, c’è una risposta alle associazioni che ne fanno istanza entro sei mesi, con il Miur si fissano i percorsi di studio e le equipollenze e con le Regioni i fabbisogni. Infine la norma permette il recepimento di novità europee. Insomma un testo che dovrebbe consentire non solo di razionalizzare il passato ma anche di offrire una cornice flessibile per le professioni del futuro. Procedura certa, tempi certi e criteri che valgono per tutte le professioni».
Nuove professioni: in pole position osteopati e chiropratici
In rampa di lancio ci sono osteopati e chiropratici, che saranno le prime due nuove professioni a essere approvate e istituite nell’ambito della nuova cornice, seguendo una prima indicazione del Parlamento. Con buona pace dei fisioterapisti.
«In prospettiva l’idea - chiarisce Marazziti - è di stabilire un percorso oggettivo indipendente dalla politica e dalle lobby. Dobbiamo uscire dalla logica che una nuova professione ne danneggi un’altra esistente. E non può essere una vecchia professione consolidata ad avere l’ultima parola. Sarà il Consiglio superiore di sanità che darà un parere tecnico. Indipendentemente dal potere politico, dal solo mercato o dalla moda, che poi si ribalta sulla politica. Tutte le professioni provano a essere trendy e a contattare i decisori. Non solo. Si fissano i percorsi professionali e le competenze. Il nostro interesse è la sanità pubblica e in tempi brevi altre professioni possono ambire al riconoscimento. Serve un percorso chiaro e aperto. Non spetta alla politica decidere, ci sono troppe possibilità di errore».
Entro questa settimana si voteranno gli altri emendamenti e poi la Commissione terminerà i lavori. Al Senato non dovrebbero esserci problemi. «C’è un ragionamento e una concertazione in corso con il Senato - spiega il presidente della XII - in modo che una volta calendarizzato il provvedimento in aula, probabilmente nelle prime settimane di ottobre, poi dovrebbe ottenere una rapida approvazione anche al Senato, in una delle prime finestre utili. Io mi sono sforzato di lavorare in parallelo sulle questioni più importanti e il Senato è consapevole che qualunque cambiamento potrebbe mettere a rischio il provvedimento».
Farmacie-parafarmacie: la chance di un’intesa possibile
Su farmacie e parafarmacie il presidente Marazziti incontrerà le due categorie in questi giorni per un ultimo tentativo di conciliazione dopo il disco rosso del presidente di Federfarma Marco Cossolo all’ipotesi di risolvere la questione con un emendamento al Ddl lorenzin .
«Ho letto le dichiarazioni di Cossolo, ma se siamo d’accordo sul principio di voler separare i due settori in maniera seria, si tratta di andare a vedere come creare nello specifico, da un lato, un percorso di riassorbimento dei farmacisti delle parafarmacie e dall’altro trovare un un sistema per aiutare i farmacisti delle farmacie in difficoltà, affrontando il tema delle farmacie rurali. Senza danneggiare una categoria o un’altra. Allora, se c’è una decisione di fondo, che vedo esserci, di tornare a una fisiologia di due settori separati, ritengo che potrebbe essere un errore non utilizzare uno strumento, che permetterebbe di affrontare e chiudere una vicenda decennale piena di contraddizioni già subito in questa legislatura. Immaginare invece un disegno di legge ad hoc significa rimandare a tempi indefiniti. Quindi, se questo è l’interesse profondo delle due categorie, suggerirei di utilizzare gli strumenti che ci sono. Io non ho altro interesse se non quello di facilitare una soluzione. Ora quindi rispetto, capisco ma offro l’occasione di sfruttare al meglio questo mese che ci rimane».
Il restyling degli ordini professionali
Tra le novità che il Ddl Lorenzin potrebbe portare una volta approvato c’è anche tutta una serie di cambiamenti nella vita degli Ordini professionali. Maggiore democrazia interna per il controllo dei conflitti di interesse, più strumenti di partecipazione agli iscritti, più trasparenza, ricambio generazionale, con un limite al numero dei mandati negli organi direttivi e l’incoraggiamento a una maggiore rappresentanza di genere.
«Al tempo stesso - sottolinea il relatore - visto che le nuove professioni o alcune associazioni territoriali possono avere piccoli numeri, per la funzione pubblicistica, su una serie di adempimenti, c’è la possibilità di associarsi per alcune funzioni più costose legate alla trasparenza, in modo da mantenere l’autonomia ma abbattere alcuni costi e non essere un aggravio per gli iscritti. Prevedendo anche una modularità sulla raccolta delle quote di iscrizione o sulle sanzioni per violazione del codice deontologico, in base alla capacità di reddito dell’associato, che potrebbe anche essere un disoccupato».
Cantieri aperti in Commissione anche il Ddl sul gioco d’azzardo. E sono in fase avanzata alla Camera anche il provvedimento che riguarda le «Misure per favorire l'invecchiamento attivo della popolazione e la solidarietà intergenerazionale attraverso l'impiego delle persone anziane in attività di utilità sociale e iniziative di formazione permanente», in commissione Bilancio dopo il via libera della XII. E un altro sulla «Realizzazione di reparti di terapia intensiva aperta» su cui c’è una certa convergenza. «Finito questo mese con cannabis e Ddl lorenzin - conclude Marazziti - penso che chiuderemo anche questo». In attesa del parere della Bilancio c’è anche il disegno di legge per l'Istituzione della “Giornata della lotta contro la povertà”. Insomma la Sanità in Parlamento tira le fila di un’intera legislatura, durata miracolosamente cinque anni.
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