In parlamento
M5S: sulle assunzioni del personale medico «Governo indegno»
Il Movimento 5 Stelle va all’attacco sull’assunzione del personale medico parlando di «comportamento indegno da parte del Governo che dopo il vergognoso balletto fatto di emendamenti prima presentati e poi ritirati e di finte coperture, alla fine non ha messo un centesimo su questo capitolo». Per i deputati M5S in commissione Affari sociali «la conseguenza sarà la precarizzazione selvaggia del personale sanitario la quale, a sua volta, sminuirà il principio di meritocrazia in favore del clientelismo».
«Da parte nostra - spiegano i deputati - avevamo presentato un subemendamento, respinto, per l'assunzione di 3mila medici e 3mila infermieri, su tutto il territorio nazionale. La copertura, pari a 300 milioni di euro, sarebbe stata garantita riducendo le detrazioni fiscali di cui godono banche e assicurazioni. Attraverso un altro emendamento, avevamo previsto un piano per la mobilità straordinaria e chiesto l'eliminazione dell'assenso da parte dell'amministrazione di appartenenza per la mobilità ordinaria. Una norma, quest’ultima, entrata in vigore nel 2014 e che tiene letteralmente in ostaggio medici e infermieri vincitori di concorso, i quali vedono leso il loro sacrosanto diritto a cambiare regione per lo svolgimento della professione».
Infine, il M5S giudica «totalmente irrazionale» il comma b dell'articolo 330 bis, che introduce una deroga al decreto ministeriale sugli standard ospedalieri, per quegli ospedali privati che erogano prestazioni definite ad alta specialità. «Una misura da noi fortemente osteggiata - spiegano - dal momento che questo comma manda all’aria qualunque concetto di programmazione e pianificazione, drena risorse pubbliche verso l'ospedalità privata e sottrae risorse all'assistenza territoriale e alla continuità assistenziale, che già oggi versano in condizioni difficoltà a causa di investimenti insufficienti da parte dello Stato.
Quella del governo in Stabilità èun'operazione in assoluta continuità con le politiche complessive del governo nei confronti del comparto salute: indebolire il sistema pubblico, ridurre le prestazioni per fasce più fragili, favorire il privato per prestazioni ad alto costo».
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