Dal governo
Corte conti/ Spesa sanitaria a 115,4 miliardi di euro. Dai cittadini +2,4%. La ricetta: regìa unica su previdenza, welfare e sanità
di Barbara Gobbi
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La spesa 2018 imbrigliata a 115,4 miliardi di euro (6,6% del Pil), inferiore di quasi un miliardo rispetto a quanto preventivato a settembre e decisamente sotto controllo rispetto al Def 2014, che stimava una flessione al 6,8% del Prodotto intero lordo alla fine del quinquennio ma su livelli assoluti più elevati, pari a 121,3 miliardi. Un'incidenza sulla spesa primaria in lieve calo dal 14,8% del 2013 al 14,6% del 2018, confermata dal quadro tendenziale: 6,4% sul Pil a fine periodo e 14,4% sulla spesa. Il Rapporto della Corte dei conti sul coordinamento della finanza pubblica presentato oggi a Palazzo Koch alla presenza della vicepresidente del Senato Anna Rossomando e del Presidente della Corte dei conti Angelo Buscema e, tra gli altri, della ministra della Salute Giulia Grillo, certifica una spesa sanitaria sotto controllo anche grazie alla ridotta dimensione degli squilibri economico-finanziari. Ma segnali di tensione, avvisa nella sua relazione il Consigliere Enrico Flaccadoro, restano sul fronte del superamento dei tetti per i dispositivi medici - per oltre il 24% - e degli acquisti diretti di farmaci, oltre il limite per 2,2 miliardi. Mentre andranno reperite risorse per il personale le cui carenze, avvisano i magistrati contabili, «negli anni hanno portato a un aggravio di lavoro per gli organici in forza nelle strutture e a un allungamento delle liste d'attesa». Il 2019 dovrà accollarsi l'ennesimo slittamento dei rinnovi contrattuali e la nuova tornata 2019-2021, ma anche lo sblocco dei tetti per il personale del servizio sanitario nazionale, frutto dell'accordo tra Mef, Salute e Regioni e via di finalizzazione con l'approvazione del decreto Calabria, all'esame del Parlamento.
Entrate tra caro ticket e payback. Sul fronte delle entrate, la compartecipazione sulle prestazioni cresce dell'1,1% ma, a considerare anche i ticket sui farmaci, il contributo chiesto ai cittadini aumenta nel 2018 del 2,6%. Quasi tutte le Regioni beneficiano degli incassi da payback dovuti allo sfondamento dei tetti sugli acquisti diretti di farmaci e l'auspicio è che la piena attuazione delle misure adottate nel 2018 su proposta del tavolo ministeriale sulla governance agevoli la chiusura del contenzioso con le aziende.
Lea e prevenzione ancora inadeguati. Restano da sciogliere, in tutto il territorio nazionale, nodi strutturali: la difficoltà a garantire Livelli essenziali di assistenza domiciliare o per la gestione di anziani e disabili, l'eccessivo ricorso ai tagli cesarei e un livello di prevenzione «al di sotto della soglia critica», rileva la Corte sulla base del monitoraggio sperimentale su dati 2016 ai sensi del Nuovo sistema di garanzia. La capacità di controllare la spesa insomma non va di pari passo con la governance locale, in difficoltà nella programmazione e «con una dotazione strutturale ancora carente» negli ultimi cinque anni, malgrado la lieve crescita degli investimenti registrata nel 2018.
Le sfide invecchiamento e innovazione. Eppure il progressivo invecchiamento della popolazione e le innovazioni nelle cure, destinati «ad accrescere il fabbisogno del settore e a porre sfide importanti al carattere universalistico e solidale del nostro sistema», impongono un cambio di passo, avvisano da Corte dei conti. Ciò nel quadro di difficoltà in cui si muove ancora la finanza pubblica e di mutato assetto sia della società sia del lavoro, delle innovazioni e della demografia: da qui il monito a che «le scelte in campo previdenziale, assistenziale e sanitario siano sempre più coordinate e coerenti». Perché polarizzare le risorse rischierebbe di «restringere i margini entro cui ci si deve muovere per rispondere a necessità primarie e garantire i Lea»
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