Dal governo
Manovrina/ Dal Governo ultima chiamata per salvare il Molise
di Barbara Gobbi
Un provvedimento a «carattere emergenziale, per tentare di agevolare la risoluzione della perdurante, grave situazione economico-finanziaria e sanitaria della Regione Molise». In un emendamento all’articolo 34 della manovrina (Programma operativo straordinario della regione Molise), il Governo tenta il tutto per tutto per «ricondurre la gestione nell’ambito dell’ordinata programmazione sanitaria e finanziaria, anche al fine di ricondurre i tempi di pagamento al rispetto della normativa dell’Unione europea» e tenuto conto del contributo triennale di solidarietà interregionale per 73 milioni di euro, riconosciuto fino al 2017 dalla Conferenza Stato-Regioni.
Nell’emendamento si prevede che il commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario del Molise, Paolo di Laura Frattura, dia esecuzione al Programma operativo straordinario 2015-2018 recepito con decreto a settembre 2016 dallo stesso commissario. Il quale dovrà garantire che le azioni di riorganizzazione e risanamento del Ssr contenuti nel Programma operativo siano coerenti, nel rispetto dei lea, con l’obiettvo dell’equilibrio di bilancio e con gli ulteriori obblighi in capo alle regioni posti dalla legislazione vigente.
Nella Relazione illustrativa all’emendamento si ricorda come nei confronti della Regione siano state attivate tutte le sanzioni previste in caso di perdurante inadempimento nell’attuazione degli interventi di risanamento e riqualificazione previsti nell’originario Piano di rientro e nei successivi programmi operativi: il mancato accesso della Regione al fondo integrativo statale, l’innalzamento delle aliquote Irpef e Irap, il commissariamento degli organi istituzionali, il blocco automatico del turnover e il divieto di effettuare spese non obbligatorie. Di fronte alla persistente inadempienza, è arrivato nel 2012 il commissario ad acta, con il conferimento dell’incarico, nel 2013, al presidente pro tempore della Regione. Ma le iniezioni di denaro e le anticipazioni di liquidità a suon di milioni di euro - incluso il fondo straordinario da 40 milioni deciso con la legge di Stabilità 2015 - a poco sono servite e ora è urgentissimo far fronte contratti di fornitura e prestiti del Mef. Servono interventi strutturali, a partire dalla riorganizzazione della rete ospedaliera tramite l’applicazione del Dm 70. Ma sono «improcrastinabili», ricordano dal Governo, anche la definizione del fabbisogno sanitario con la conseguente rideterminazione dell’offerta e il potenziamento di tutta l’assistenza extra ospedaliera e territoriale.
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