Dal governo
Tagli: raggiunta l’intesa Governo-Regioni sui 422 mln delle «speciali». Tegola in arrivo per la sanità
di Barbara Gobbi
«Con le Regioni a statuto speciale, nel caso specifico il Friuli Venezia Giulia e la Sardegna - ha spiegato il sottosegretario agli Affari regionali Gianclaudio Bressa - si procederà in sede di patti bilaterali per definire le questioni ancora in sospeso». In cambio le regioni riceveranno qualche beneficio sugli investimenti.
«Ci sono dei sacrifici da fare - ha sottolineato il rappresentante della conferenza delle Regioni Massimo Garavaglia, in qualità di coordinatore degli assessori alle Finanze e al Bilancio - però questo riteniamo essere il miglior risultato possibile data la situazione».
I no delle speciali
I «no» di Sardegna e Friuli Venezia Giulia sui 422 milioni dovuti dalle amministrazioni a statuto speciale hanno infatto spaccato i governatori: quella cifra a questo punto ricadrà sulle regioni a statuto ordinario, «con l’effetto di un taglio secco al Fondo sanitario nazionale, e di ovvie ricadute sulla salute dei cittadini e sulle liste d’attesa», come spiega il coordinatore degli assessori al Bilancio Massimo Garavaglia. A conferma di quanto anticipato da Sanità24 nei giorni scorsi, quando il Tdm aveva lanciato l’allarme .
Tagli per la sanità
I tagli complessivi per il 2017 derivanti dalla legge di Stabilità 2016 «ammontano nel complesso a 2 miliardi e 700 milioni, su un totale - ricorda ancora Garavaglia - di 10,2 miliardi. C’è Intesa da parte delle regioni ordinarie, mentre Sardegna e Friuli hanno problemi particolari perché hanno fatto ricorso contro la legge di Bilancio: sarebbe opportuno che il governo se ne prendesse carico per risolvere il problema, altrimenti per due piccoli problemi ci vanno di mezzo tutti. In ogni caso, il governo può procedere tenendo conto delle valutazioni delle regioni ordinarie »
«Siamo esclusi dai fondi mentre le competenze continuiamo ad averle, questo non è accettabile». Questa la spiegazione del vice presidente della regione Sardegna, Raffaele Paci, della mancata intesa da parte della sua Regione al riparto dei tagli alla sanità contenuti nell’ultima legge di Stabilità e al fondo per gli enti locali. «Sul primo fronte, abbiamo fatto ricorso contro la legge di stabilità del 2016 e poi quella del 2017 perché lo Stato ci impone ulteriori accantonamenti e questo non è più accettabile, dal momento che noi ci paghiamo totalmente il sistema sanitario. Chiediamo di avere un trattamento equo». Tra l’altro nel riparto proposto dall’esecutivo, spiega Paci, «si specifica che alcuni fondi sono destinati alle regioni ordinarie, mentre nelle legge di Stabilità si parlava di Regioni in modo generico».
© RIPRODUZIONE RISERVATA