Dal governo

Vaccini, tutte le novità del Piano 2017-2019. Nel mirino i medici «contro corrente»

di Barbara Gobbi

Gli 800 milioni stanziati per i Livelli essenziali di assistenza nella legge di Stabilità 2016 possono bastare, anche considerando l’impatto dei nuovi vaccini, che il Dpcm sui Lea ormai prossimo all’entrata in vigore - manca, lo ricordiamo, il visto della Corte dei conti per la pubblicazione in Gazzetta ufficiale - stima, per la prima annualità e al netto di risparmi e coperture già avviate in alcune Regioni, in circa 132,2 milioni di euro. Mentre a regime, e scontando una quota «prudenziale» di 30 milioni (derivante dai minori costi seguenti all’adesione alle campagne vaccinali), l’impatto netto totale sarà sui 220 milioni di euro.

Queste le premesse contenute nello schema d’Intesa sul Piano nazionale della prevenzione vaccinale 2017-2019 , trasmesso dal ministero della Salute alla Conferenza Stato-Regioni. Premessa d’obbligo: perché l’impatto in termini di risorse e organizzazione nell’attuazione del nuovo calendario vaccinale, decisamente più corposo rispetto all’attuale, avevano portato le regioni a esprimere un via libera solo parziale rispetto al Piano. La richiesta di gradualità nella copertura vaccinale che a suo tempo i governatori avevano espresso è ora stata accolta. E a quanto pare il nuovo Calendario vaccinale, che fa proprio il Calendario per la vita elaborato dalle società scientifiche di igienisti, pediatri e medici di medicina generale, è pronto a entrare in vigore.

Le nuove prestazioni. Si dà per scontato che non tutte le regioni potranno rendere immediatamente fruibile quell’offerta attiva e gratuita che riguarda un doppio pacchetto di prestazioni. Da una parte, l’introduzione di vaccinazioni gratuite per pneumococco, meningococco, varicella, vaccino anti Hpv alle femmine 12 enni (onere complessivo 124); dall’altra, i nuovi vaccini previsti nel Piano nazionale delle vaccinazioni (Pnpv) 2016-2018 (onere netto a regime 186 milioni), che prevede che un pacchetto di vaccinazioni sia offerto gratuitamente alla popolazione per fascia d’età e per particolari categorie a rischio (per patologia, per esposizione professionale, per eventi occasionali. Meningo B e Rotavirus (1° anno di vita); varicella 1° dose (2° anno di vita); varicella 2° dose (5-6 anni); Hpv nei maschi 11 enni, IPV meningo tetravalente ACWY135 (adolescenti); pneumococco e Zoster.

Il Piano nazionale prevenzione vaccinale 2017-2019. L’armonizzazione delle strategie vaccinali, oltre all’ampliamento dell’offerta gratuita, è il grande obiettivo dichiarato nel Piano. Che in tempi di panico da meningite (ingiustificato, come ricorda il ministero della Salute secondo cui i dati quest’anno sono in linea con le attese) e di contestauel disaffezione verso le vaccinazioni, propone un calendario «il cu razionale scientifico sia chiaro e accettabile per tutti gli interlocutori istituzionali e professionali». Per questo, oltre a presentare il nuovo calendario delle profilassi attivamente e gratuitamente offerte alla popolazione per fascia d’età, il Piano contiene capitoli dedicati agli interventi destinati alle categorie a rischio.

Non manca la presa d’atto delle difficoltà: dai costi all’organizzazione delle asl, all’obiettivo ancora lontano di un’anagrafe unica inseribile nei flussi informativi nazionali e accessibile anche ai medici curanti. Per i costi - ricordiamo che la legge di Bilancio 2017 stanzia 100 milioni nel 2017, 127 mln nel 2018 e 186 mln nel 2019 - si punta a partenariati pubblico-privati che portino a negoziare costi unitari migliori e a diminuire il costo di approvvigionamento. mentre per affrontare le difficoltà organizzatve tutt’ora presenti in diverse regioni, si pensa a un fondo nazionale per i vaccini che possa co-finanziare i casi di difficoltà oggettiva e promuovere quindi la libertà e l’equità d’accesso. Un fondo che potrebbe anche «garantire il progressivo inserimento della vaccinazione tra i compiti previsti nella struttura di convenzione nazionale della medicina convenzionata, sia generalista che pediatrica di libera scelta».

Gli obiettivi del Piano 2017-2019:
1. Mantenere lo stato polio-free
2. Raggiungere lo stato morbillo-free e rosolia-free
3. Garantire l'offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni nelle fasce d'età e popolazioni a rischio indicate, anche attraverso forme di revisione e di miglioramento dell'efficienza dell'approvvigionamento e della logistica del sistema vaccinale aventi come obiettivo il raggiungimento e il mantenimento delle coperture descritte più oltre
4. Aumentare l'adesione consapevole alle vaccinazioni nella popolazione generale, anche attraverso la conduzione di campagne di vaccinazione per il consolidamento della copertura vaccinale
5. Contrastare le disuguaglianze, promuovendo interventi vaccinali nei gruppi di popolazioni marginalizzati o particolarmente vulnerabili
6. Completare l'informatizzazione delle anagrafi vaccinali, interoperabili a livello regionale e nazionale, tra di loro e con altre basi di dati (malattie infettive, eventi avversi, residente/assistiti)
7. Migliorare la sorveglianza delle malattie prevenibili con vaccinazione
8. Promuovere, nella popolazione generale e nei professionisti sanitari, una cultura delle vaccinazioni coerente con i principi guida del presente Piano, descritti come “10 punti per il futuro delle vaccinazioni in Italia”
9. Sostenere, a tutti i livelli, il senso di responsabilità degli operatori sanitari, dipendenti e convenzionati con il Ssn, e la piena adesione alle finalità di tutela della salute collettiva, che si realizzano attraverso i programmi vaccinali, prevedendo adeguati interventi sanzionatori qualora sia identificato un comportamento di inadempienza
10. Attivare un percorso di revisione e standardizzazione dei criteri per l'individuazione del nesso di causalità ai fini del riconoscimento dell'indennizzo, ai sensi della legge 210/1992, per i danneggiati da vaccinazione, coinvolgendo le altre istituzioni competenti (Ministero della Difesa)
11. Favorire, attraverso una collaborazione tra le Istituzioni nazionali e le Società scientifiche, la ricerca e l'informazione scientifica indipendente sui vaccini.

Il piano non fa riferimento a specifiche caratteristiche di ciascun vaccino in considerazione dell'evoluzione scientifica e tecnologica del settore; viceversa raccomanda il raggiungimento della massima protezione possibile in relazione al profilo epidemiologico prevalente e alla diffusione dei ceppi.

Etica, formazione e vaccinologia. Nel decalogo sul futuro delle vaccinazioni in Italia, c’è un’attenzione specifica ai medici e al personale sanitario. Innanzitutto, ogni operatore sanitario, soprattutto chi opera in ambito Ssn, è eticamente obbligato a informare, consigliare e promuovere le vaccinazioni in accordo con le più avanzate evidenze scientifiche. Diffondere informazioni non basate su prove scientifiche è per gli operatori sanitari «moralmente deprecabile, costituisce grave infrazione alla deontologia professionale oltreché essere contrattualmente e legalmente perseguibile». L’«educazione ai vaccini» comincia dal corso di laurea in Medicina e dev’essere costantemente aggiornata sulla base delle migliori evidenze scientifiche. La vaccinologia va inserita tra gli obiettivi della formazione continua per tutta l’area sanitaria.


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