Dal governo

Attenzione, con i nuovi Lea lievitano i ticket e il cittadino pagherà anche le protesi hi-tech

di Tonino Aceti (coordinatore nazionale Tribunale per i diritti del malato)

Se da una parte la bozza di Decreto di aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) presenta alcuni punti di forza, va altrettanto detto che persistono alcune criticità che auspichiamo siano superate. Aggiornamento del Nomenclatore delle protesi, nuovi elenchi delle patologie croniche e rare esenti, Procreazione medicalmente assistita eterologa, parto indolore, nuove vaccinazioni, screening neonatale della sordità congenita, estensione a tutti i nuovi nati dello screening neonatale esteso per le malattie metaboliche ereditarie, prodotti aproteici per nefropatici cronici, sono alcune delle buone novità previste nei nuovi Livelli essenziali di assistenza, attese da molti anni. Allo stesso tempo però non mancano le ombre, sia nel merito che nel metodo.

Nel merito. È previsto un aumento di ticket pagati dai cittadini stimato in 18,1 milioni di euro, con maggiore incidenza nelle Regioni in Piano di rientro, come effetto del trasferimento di numerose prestazioni dal regime ospedaliero (day surgery e day hospital) al regime ambulatoriale e al fine di dare attuazione al concetto di “appropriatezza”.
In sostanza un aumento dell’1,3% rispetto alla spesa 2015 relativa ai ticket per la specialistica ambulatoriale (1.403 milioni), ad invarianza di prestazioni. Tale aumento potrebbe subire variazioni al rialzo, visto il possibile frazionamento dei Drg in singole prestazioni nel passaggio al regime ambulatoriale. Una manovra che stona decisamente con le crescenti difficoltà di accesso alle prestazioni per liste di attesa e ticket che i cittadini ci segnalano ogni giorno, oltre che con il dato Istat secondo cui il 9,5% della popolazione non ha potuto fruire di prestazioni del Servizio sanitario nazionale per motivi economici e per carenze delle strutture. E poi, siamo certi che l’attuale rete di strutture ambulatoriali è in grado, in tutte le regioni, di farsi carico e gestire da subito questa tipologia complessa di prestazioni? Qualora ci fossero problemi in tal senso, questi concorrerebbero ad aumentare le attuali difficoltà e difformità di accesso ai servizi da parte dei cittadini. Rispetto al nuovo elenco delle patologie croniche, se da una parte sono inserite sei nuove patologie con un incremento di spesa pari a 15 milioni di euro, dallaltra è ridotto il numero di prestazioni esenti associate alle patologie previste nell’elenco e per un importo pari a 16 milioni di euro, come ad esempio nel caso dell’ipertensione. Eppure le patologie cardio-cerebrovascolari sono tra le cause di morte più frequenti. Questo meccanismo ci preoccupa molto. Rispetto invece al nuovo elenco delle patologie rare, accanto al riconoscimento di 110 nuove malattie è previsto che l’entrata in vigore dello stesso elenco sia procrastinata di 6 mesi rispetto all’entrata in vigore del Dpcm sui Lea. Quindi nuove attese per il riconoscimento dei diritti dei malati rari. Per quanto riguarda l’aggiornamento del Nomenclatore delle protesi, anche qui si prevedono nuovi ed importanti dispositivi e al contempo se ne eliminano altri come ad esempio plantari e calzature ortopediche. Il diritto alla personalizzazione “appropriata” del dispositivo non è garantito di fatto, poiché l’eventuale differenza tra la tariffa a carico dell’Azienda sanitaria locale e il prezzo del dispositivo fornito è a carico del cittadino. Colpisce come la durata dei trattamenti residenziali per persone con sofferenza mentale possa arrivare sino a 4 anni, quando invece si dovrebbe deistituzionalizzarle.

Sul metodo. Nelle relazioni di accompagnamento al Decreto non sono riportate dettagliatamente le evidenze e la bibliografia alla base di tutte le decisioni previste. Non compaiono i nomi delle società scientifiche che com’è riportato hanno fornito pareri. Soprattutto non è stato promosso un confronto ufficiale con le organizzazioni di cittadini e pazienti, che invece chiediamo fortemente, perché in queste ore la nostra organizzazione ha lanciato una consultazione rivolta alle oltre 100 Associazioni di pazienti aderenti e a tutte le realtà territoriali del Tdm, con l’obiettivo di analizzare e individuare tutte le criticità dell’intera bozza di decreto. Al Parlamento, nell’attività di formulazione dei pareri previsti, chiediamo di coinvolgere con specifiche audizioni le associazioni e di porre con forza tutte le criticità che saranno riscontrate.


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