Dal governo
Basta corsie nel deserto
di r.tu.
Lo chiamavamo articolo 20. Presidente del Consiglio Giovanni Goria, ministro della Sanità Carlo Donat Cattin nel classico pentapartito di allora. Era nella legge 67/88, l’articolo 20, la Finanziaria ’88 approvata in esercizio provvisorio. Tanto provvisorio, da non dimenticare però di stanziare 30mila miliardi di lire per un programma pluriennale sull’edilizia e il patrimonio anche tecnologico in sanità. Una svolta epocale per un Ssn in asfissia, un piatto ricco, ricchissimo. Dunque appetito da troppi. Che ha proceduto a singhiozzo, tra solite Regioni ritardatarie, burocrazia, poca chiarezza. Fondi che si inceppavano. E opere che non nascevano, o nascevano male. Altro che diritto alla salute. Di questo progetto, che ha avuto a oggi una dote da 24 mld di euro, tra alti e bassi, fondi andati per l’89% agli ospedali e solo briciole (5%) al territorio, difficoltà, silenzi, riparazioni in corso d’opera, diamo conto in questo numero e almeno per altre 4 puntate. Un po’ di storia, ma anche di presente, che non fa mai male. Anche perché il tema degli investimenti in sanità è quanto mai cruciale, tante sono le necessità e sempre troppi i tagli. Ma senza scordare gli appalti per affaristi, le opere incompiute, le tangenti, la corruzione. Ma questa è un’altra storia. O è la storia da prendere davvero finalmente di petto?
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