Dal governo
Aziende ospedaliere in piano di rientro: 53 aziende e 1,8 miliardi di spesa eccessiva
di Emiliano Calabrese
È di oltre 1,8 miliardi l'eccesso di spesa che le 53 aziende ospedaliere, individuate attraverso le schema di decreto ministeriale per la predisposizione dei piani di rientro, dovranno recuperare nei prossimi tre anni. È questo l'amaro verdetto che traspare leggendo labozza del documento redatto dal ministero della Salute , che il comma 526 prevedeva entro 30 giorni dall'uscita della legge, che fissa i criteri per effettuare le valutazioni delle varie aziende ospedaliere (Ao), ospedaliere universitarie (Aou), istituti di ricovero e cura a carattere scientifico pubblici (Irccs) nonché gli altri enti pubblici che erogano prestazioni di ricovero e cura.
Insomma, a quello che si può definire un vero e proprio “tsunami”, sono davvero poche le regioni a salvarsi, tra queste dovrebbero esserci l'Emilia-Romagna e l'Umbra quest'ultima, recentemente, confermata regione benchmark per il 2016.
Se la Conferenza Stato-regioni darà il via libera definitivo, circa il 50% delle aziende ospedaliere del nostro paese dovranno attenersi alla dieta prevista dal decreto. Da osservare che per la prima volta assumono un ruolo determinante le valutazioni relative a volumi, qualità ed esiti delle cure – comma 524 lettera b) -. Ma importanti novità sono previste anche per quel che riguarda l'”inefficienza gestionale” – comma 524 lettera a) – che tiene conto della differenza tariffaria presente tra le regioni, fissando un criterio di normalizzazione.
Il risultato di tutto ciò ha portato i tecnici del ministero guidato dalla Lorenzin a valutare in 1,841 miliardi la spesa eccessiva da comprimere, fissando l'obiettivo minimo di risparmio, da raggiungere nell'arco dei tre anni, a poco meno di 1,5 miliardi.
(vedi tabella “Sintesi regionale di applicazione delle metodologie di cui al comma 524 dell'articolo 1 della legge di stabilità 2016” - pag. 33 dello schema di decreto).
Ma quali sono le regioni che presentano i maggiori inefficienze? La parte del leone - si fa per dire - spetterebbe alla Campania che, secondo lo schema di decreto, vedrebbe tutte e 10 le sue aziende ospedaliere sottoposte a piano di rientro con circa 310 milioni di risparmi da effettuare. Segue poi la Sicilia. In questo caso le aziende ospedaliere sotto lente del decreto sarebbero 8 su un totale di 9, ma i livelli di risparmio supererebbero quelli campani attestandosi a oltre 340 milioni. Non poteva mancare il Lazio con 6 aziende su 9 e più di 260 milioni da efficientare.
Nella tabella del ministero sono presenti anche le regioni del Nord. Tra queste il Piemonte con una sola azienda ma ben 160 milioni da recuperare, la Lombardia con 5 aziende su 35 e oltre 140 milioni di possibili inefficienze ed infine la Liguria che presenta entrambe le sue strutture fuori parametri con circa 137 milioni di possibili risparmi. Anche la Toscana avrà il suo bel da fare considerato che presenta 3 aziende, con 71 milioni di euro di spese eccedenti, in piano di rientro.
Non viene risparmiato neanche il Nord Est. La regione della presidente Serracchiani (Fvg) potrebbe ritrovarsi ben 4 delle sue 5 aziende in piano di rientro con l'obiettivo di recuperare poco meno di 100 milioni. Anche il Veneto compare nella tabella del ministero, ma in questo caso la spesa eccessiva riguarderebbe una sola azienda per circa 16 milioni di euro.
Vedremo nei prossimi giorni quali saranno le ripercussioni. Certo inizia prender corpo il confronto con quanto dichiarato recentemente dal presidente dell'Aiop, l'associazione che raggruppa l'ospedalità privata, che individuava in 4/5 miliardi i possibili risparmi per le casse dello Stato se le aziende pubbliche fossero gestite come nel privato.
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