Dal governo

A Enna facoltà di Medicina in salsa rumena. Semaforo rosso del Miur

di Rosanna Magnano

Semaforo rosso del Miur sul caso dei corsi di laurea in ambito medico sanitario creati a Enna in salsa rumena. La facoltà sarebbe gestita dalla Fondazione Proserpina, amministrata da Mirello Crisafulli (esponente del Pd siciliano) come un’estensione sul territorio ennese della “Dunarea des Jos” di Galaţi in Romania, con tasse d'iscrizione che orientativamente dovrebbero andare dai 4 ai 10 mila euro. “L'istituzione di un'Università - tuona la ministra dell'Università e della Ricerca, Stefania Giannini - non può avvenire per libera iniziativa di privati cittadini, ma deve avere un percorso preciso, in questo caso del tutto inesistente”. Il Miur ha infatti diffidato i soggetti coinvolti, il rettore dell'Università ‘Kore' (un’altra università privata paritaria con sede a Enna), il rettore dell'Università “Dunarea des Jos” di Galaţi, il presidente della Regione Siciliana e, per conoscenza, il presidente della Fondazione ‘Proserpina', «a fornire chiarimenti in merito. Li abbiamo anche diffidati dall'andare avanti prima che il Ministero abbia chiarito gli eventi. Nessuno ha chiesto l'autorizzazione, nessuno ha avviato la procedura».

Già ieri dalla stessa Sicilia i giovani medici e associazioni universitari avevano lanciato un appello contro l’ apertura dell’ateneo privato rumeno: «un espediente per aggirare le maglie dell'accesso programmato, senza alcuna ricaduta positiva per il territorio e per il sistema salute».

L’inizitiva è stata indirizzata dal coordinamento delle associazioni e dei rappresentanti di medicina siciliani - a cui aderisce anche l'associazione italiana giovani medici (Sigm) - al Miur e al ministero della Salute perché, «nell'ambito delle proprie prerogative, blocchino l'avvio dei corsi». Per i firmatari dell'appello è «schizofrenico l'atteggiamento del Governo Regionale, che da un lato compartecipa alla definizione del numero programmato e dall'altro, offrendo la fruizione delle proprie aziende sanitarie, sostiene un'iniziativa straniera che amplia il numero degli aspiranti medici ed infermieri. E il colmo sarebbe qualora si trattasse di un'operazione non a costo zero per la Regione, dopo che il Governo Crocetta ha posto fine al finanziamento di contratti aggiuntivi regionali per i giovani medici siciliani aspiranti specializzandi. Se l'iniziativa della Fondazione Proserpina andasse a buon fine, si aprirebbe la strada ad una vera e propria `invasione´ straniera nel campo dell'erogazione dei saperi sanitari in Italia. Stupisce, inoltre, la mancata presa di posizione della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo)».

Roberta Cheversani, presidente dell'Ordine dei Medici, aveva infatti dichiarato nei giorni scorsi di dover studiare la vicenda prima di esprimere una posizione a riguardo. “In generale - aveva dichiarato - non sono favorevole a situazioni che potrebbero rappresentare un modo per sottrarsi alle normative vigenti su test d'ingresso, ma va capito cosa accade nello specifico». Da parte del segretario della stessa Fnomceo Luigi Conte è poi arrivata una dichiarazione più chiara: «Già era successo in passato che un'università portoghese volesse aprire in Veneto la sua succursale - spiega Conte intervistato da Doctor33- ma l'idea fu bloccata sul nascere perché impensabile. Credo che a questo punto sia il ministero della Sanità e il Miur che dovranno assumersi la responsabilità di regolamentare questa nuova situazione».

Netta contrarietà è espressa dall’Anaao giovani, che sollecita un’interrogazione parlamentare ad hoc :«Se dovesse proseguire questa privatizzazione da far west senza nessuna utorizzazione ministeriale - sottolinea Domenico Montemurro, responsabile nazionale di Anaao giovani - si rischia di aprire le porte ad altre università private bypassando in questo modo sia una programmazione italiana, che ad oggi stenta a decollare, che una programmazione europea. Ovviamente questo danneggia tutti gli aspiranti medici che hanno partecipato o parteciperanno ai concorsi nazionali. Anaao giovani chiede quindi che le forze politiche promuovano un’interrogazione parlamentare alla ministra Giannini».

Sul caso - esploso nei giorni scorsi - è intervenuto anche lo Smi con una dura presa di posizione. Per Pina Onotri, segretario generale, «questa vicenda è grottesca: non sono chiari i fatti, ma se fosse confermato il progetto di aprire una facoltà di medicina di un altro stato, in questo caso la Romania, assisteremmo a un'operazione che danneggia i giovani studenti e i futuri medici del nostro Paese, ma anche a un uso spregiudicato delle risorse e delle strutture pubbliche. Che senso ha calcolare il fabbisogno di medici ogni anno e, quindi, mantenere il numero chiuso – aggiunge – e poi permettere che questo sbarramento si possa raggirare iscrivendosi in una facoltà straniera, sempre in Italia. La logica dei furbetti è da respingere, i ministeri competenti impediscano questa operazione».

Per l’Andu (Associazione Nazionale Docenti Universitari) si tratta di «una conseguenza del numero chiuso». «Le Organizzazioni universitarie hanno sempre ritenuto - afferma l'Andu in una nota - che sia imprescindibile l'abolizione del numero chiuso per tutti i corsi di laurea, che sia necessario l'avvio di efficaci sistemi di orientamento e tutorato e che si debba immediatamente abbandonare il sistema dei test d'ingresso, una lotteria che ha fatto dipendere il futuro di tanti giovani da prove inaffidabili, le cui regole peraltro sono cambiate continuamente. Un'inutile violenza contro migliaia di ragazzi e le loro famiglie».


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