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Sanità: 30 arresti in Basilicata, c'è anche il presidente Marcello Pittella
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Falso e abuso d'ufficio: sarebbero queste le accuse contestate al Presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella (Pd), agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta coordinata dalla procura di Matera con la Guardia di Finanza su alcuni episodi di manipolazioni di concorsi e raccomandazioni nel sistema sanitario regionale. Le indagini sono cominciate circa un anno e mezzo fa in seguito all'esposto di un dipendente di una ditta fornitrice di servizi che non aveva ricevuto la sua quota di Tfr.
Le misure restrittive eseguite dalla Guardia di finanza di Matera sono in tutto 30 e riguardano persone coinvolte «a vario titolo in fatti riconducibili a reati contro la Pubblica amministrazione». Un'attività che ha visto in campo circa cento tra uomini e donne delle Fiamme Gialle.
Tra gli arrestati, sui presunti illeciti nella sanità lucana, figurano anche il direttore generale dell'Asl di Bari, Vito Montanaro, e il responsabile dell'anticorruzione della stessa Asl, l'avvocato Luigi Fruscio di Barletta. Ai domiciliari il commissario straordinario dell'Azienda sanitaria di Potenza, Giovanni Chiarelli, il direttore amministrativo dell'Azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza, Maddalena Berardi, e un dirigente del Centro oncologico regionale della Basilicata di Rionero, Gianvito Amendola.
Secondo l'ordinanza di custodia cautelare scritta dal Gip di Matera, Angela Rosa Nettis, Marcello Pittella era il regista della «distorsione istituzionale» . «Non si limita ad espletare la funzione istituzionale formulando gli atti di indirizzo politico per il miglioramento e
l'efficienza della sanità regionale - scrive il Gip - ma influenza anche le scelte gestionali delle Asl interfacciandosi direttamente con i loro direttori generali». Che sarebbero stati tutti nominati da lui.
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