Aziende e regioni

La sostenibilità, le soluzioni e l’opportunismo degli stakeholder

di Nino Cartabellotta (presidente Fondazione Gimbe)

La sostenibilità dei sistemi sanitari è oggi minata da diversi fattori: il progressivo invecchiamento delle popolazioni, il costo crescente delle innovazioni, in particolare quelle farmacologiche, il costante aumento della domanda di servizi e prestazioni da parte di cittadini e pazienti. Tuttavia, il problema non è soltanto di natura finanziaria, perché un’aumentata disponibilità di risorse non permette di risolvere criticità ampiamente documentate: la variabilità nell’utilizzo di servizi e prestazioni sanitarie;gli effetti avversi dell’eccesso di medicalizzazione; le diseguaglianze conseguenti al sotto-utilizzo di servizi e prestazioni sanitarie dall’elevato value, come ad esempio efficaci strategie di prevenzione; gli sprechi che si annidano a tutti i livelli del sistema.

A dispetto di queste evidenze, in Italia il dibattito sulla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale continua a essere affrontato in maniera opportunistica dai vari stakeholder, il cui unico obiettivo sembra essere quello di reperire risorse per mantenere lo status quo, allontanando la discussione dalla profonda riorganizzazione e dalle innovazioni di rottura necessarie per garantire la sopravvivenza della sanità pubblica. Nel 2013 la Fondazione Gimbe ha lanciato la campagna #salviamoilSsn, per diffondere la consapevolezza che il Ssn è una conquista sociale da preservare alle future generazioni: grazie a studi, consultazioni e analisi indipendenti condotti nell’ambito della campagna è nato il Rapporto Gimbe - presentato lo scorso 7 giugno in Senato - che esamina la sostenibilità del Ssn con un orizzonte temporale decennale (2016-2025).

Analizzati i trend della spesa pubblica, della compartecipazione alla spesa e dell’incremento delle addizionali regionali Irpef ed esaminate criticità e opportunità della sanità integrativa, il Rapporto definisce la tassonomia degli sprechi, stimandone l’impatto sulla spesa pubblica: oltre 24 miliardi di euro erosi da sovra-utilizzo, frodi e abusi, acquisti a costi eccessivi, sotto-utilizzo, complessità amministrative, inadeguato coordinamento dell’assistenza. Infine, per raggiungere il fabbisogno stimato per il 2025 di euro 200 miliardi, il Rapporto suggerisce un apporto costante di tre “cunei di stabilizzazione”: adeguata ripresa del finanziamento pubblico, incremento della quota intermediata della spesa privata e piano nazionale di disinvestimento dagli sprechi.

Considerato che le attività di un’organizzazione indipendente finalizzate a informare il Paese sulla salute, l’assistenza sanitaria e la ricerca biomedica possono determinare grandi benefici sociali ed economici, la Fondazione Gimbe ha recentemente istituito l’Osservatorio sulla sostenibilità del Ssn per monitorare in maniera continua e sistematica responsabilità e azioni di tutti stakeholder, con il fine ultimo di ottenere il massimo ritorno in termini di salute del denaro pubblico investito in sanità.

Riguardo le decisioni politiche centrali, l’Osservatorio Gimbe vigilerà su dinamiche ed entità del finanziamento pubblico del Ssn, identificare carenze legislative e normative, agire sulle criticità dei disegni di legge in corso di discussione e monitorare l’applicazione delle leggi vigenti.

A livello regionale l’Osservatorio mira a identificare la percentuale di risorse destinate ai tre livelli di assistenza (prevenzione, distrettuale, ospedaliera) e la ripartizione tra pubblico e privato accreditato, oltre definire un set di indicatori per monitorare le Regioni nel processo di disinvestimento e riallocazione, proponendo la loro integrazione nella griglia Lea e, in caso di inadempimento ripetuto, nei criteri di riparto del Fondo sanitario.

A livello aziendale l’obiettivo è quello di identificare aree di overuse e underuse di servizi e prestazioni sanitarie: in tal senso sono già stati avviati studi per valutare il potenziale recupero di risorse da farmaci (shift vs equivalenti e biosimilari, deprescription, farmaci oncologici nei pazienti terminali), da prestazioni inappropriate di diagnostica ambulatoriale (Rc/Rmn nella lombalgia, doppler Tsa), da inappropriatezza organizzativa utilizzando gli indicatori del Pne e gli adempimenti Lea. Le priorità identificate per la riallocazione delle risorse recuperate in aree di sotto-utilizzo sono costituite da innovazioni dall’elevato value, screening oncologici, vaccinazioni, assistenza domiciliare e hospice, continuità terapeutica.

Altra area d’intervento riguarda la riorganizzazione integrata di ospedale e cure primarie rispetto alla diagnosi precoce dei tumori, alle malattie croniche e al percorso nascita. Last not but least, nella consapevolezza che la sostenibilità del Ssn è indissolubilmente legato all’integrità morale e alla professionalità di tutti gli attori coinvolti, l’Osservatorio ha già avviato studi sulle fonti di finanziamento di società scientifiche, associazioni di pazienti e organizzazioni civiche, utilizzando i dati oggi pubblici grazie al disclosure code di Farmindustria.


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