Aziende e regioni
Veneto, Anaao boccia «Azienda zero». Le controproposte dei medici
di Rosanna Magnano
Irricevibile, pericoloso e inemendabile. Il progetto di legge regionale su «Azienda zero» e sulla riduzione da 21 a 7 del numero delle Ulss in Veneto «mette a rischio il nostro storico e collaudato modello di Ssr, caratterizzato da sempre (unica regione in Italia) da una efficiente ed efficace integrazione sociosanitaria. Esprime una forte deriva verticistica aziendalistica in ambito sanitario che sembra privilegiare i manager rispetto ai bisogni, alle richieste e alle aspettative di salute dei cittadini. Liquida l'impianto federalista della sanità regionale di fatto sterilizzando e svuotando tutti i poteri, le competenze e le prerogative della politica regionale (Giunta, Consiglio regionale e Quinta Commissione consigliare Sanità) e territoriale (Conferenze dei Sindaci) e delle Aziende Ulss». Una bocciatura senza appello quella espressa dall’Anaao Assomed del Veneto nel corso dell’audizione sull’argomento in corso questa mattina alla V Commissione consiliare Sanità della Regione.
Un’azienda strumentale «mostruosa»
Forte preoccupazione, quindi, di fronte a «una scelta politica e tecnica di assoluto centralismo della sanità regionale». Un’azienda strumentale della Regione definita «mostruosa», che avrebbe un potere «fino a oggi mai visto in nessuna parte del nostro Paese». «Ci lascia allibiti - sottolinea l’Anaao nella relazione presentata oggi in V Commissione - l'enorme potere che questo progetto di legge conferisce alla figura del direttore generale dell’Azienda Zero».
«Gestirà da solo 8,5 miliardi di euro all'anno ( 42,5 miliardi in una legislatura politica) - continua Anaao - in sostanza l'intero Fondo Sanitario della Regione Veneto.
Sarà affiancato da un suo staff, da un collegio sindacale, da lui stesso nominato!!!!, e da un
comitato di indirizzo composto da 5 persone nominato dalla Giunta regionale. Gestirà tutti e tutto in ambito regionale (programmazione sanitaria regionale, personale e sua
formazione, concorsi, distribuirà risorse e posti letto, gare appalto ed acquisti in genere, darà gli obbiettivi e gli standard alle Aziende Ulss provinciali, approverà i bilanci preventivi e consultivi di tutte le Aziende Ulss, ecc. ecc.)».
I profili di illegittimità
Per tutte queste ragioni il principale sindacato della dirigenza medica ha chiesto un parere a due diversi studi legali. Ed entrambi hanno riscontrato nella proprosta di legge «chiari profili di illegittimità anche costituzionale».
Tra i punti deboli della proposta di legge, il rapporto tra il Consiglio e la Giunta regionale e l’Azienda zero: «Per come formulata la disposizione in esame - spiega l’avvocato Marcello Fracanzani, docente ordinario di Diritto amministrativo dell’Università di Udine - potrebbe condurre a un’indebita ingerenza nelle specifiche competenze attribuiti agli organi rappresentativi della Regione, ossìa al Consiglio e alla Giunta regionale, unici soggetti tributari delle “politiche” e della programmazione in materia socio-sanitaria nei limiti previsti dal decreto legislativo n. 152 del 1992». Come l’attuale Area sanità e sociale, sottolinea Francanzani «anche la nuova Azienda zero non potrebbe che operare per attuare la programmazione definita dai suddetti organi politici e sotto la loro vigilanza».
Ma non basta. Il disegno di legge prevede tra l’altro che la Regione Veneto deleghi a un Ente dotato di personalità di diritto pubblico e di autonomia amministrativa la cosiddetta Gestione sanitaria accentrata. Una proposta che contrasta con l'art. 22 de D.lgs. 118/2011 e con la stessa Costituzione.
«Tale Centro di responsabilità - si legge nel parere espresso dall’avvocato Francesco Maria Mantovani, Consulente legale Anaao Assomed - non ha distinta personalità giuridica e autonomia rispetto alla Regione ma fa parte dell'organizzazione amministrativa interna regionale. Inoltre, la Regione deve individuare un Responsabile regionale, vale a dire un dirigente o un funzionario dipendente dalla regione, il quale deve certificare il bilancio della gestione accentrata regionale. Del resto, è palese la ragione di tale previsione, atteso che per ovvi motivi le Regioni non possono delegare ad altri soggetti terzi ed autonomi le competenze di carattere prettamente politico, quali quelle relative alla programmazione sanitaria, redazione ed approvazione dei relativi stanziamenti economici, che la Costituzione attribuisce espressamente ed esclusivamente ad esse». Verrebbe da chiedersi, rileva l’Anaao, «se una struttura così concepita, possa “espropriare” dal loro mandato i consiglieri regionali eletti dal popolo».
Le proposte alternative di Anaao
Il giudizio del sindacato medico sulla proposta di creazione dell'Azienda Zero e la metodologia attuativa ipotizzata è quindi negativo. «Proponiamo in alternativa - spiega l’Anaao Assomed Veneto - la creazione di una nuova Agenzia Regionale Socio - Sanitaria
potenziata nelle sue funzioni, che sia compatibile con la normativa nazionale e regionale vigente, con compiti di servizio nei riguardi degli organismi politici e di governo regionali e delle Aziende Sanitarie, nel rispetto delle rispettive competenze e prerogative».
Disco rosso dell’Anaao anche sulla proposta di riduzione del numero delle Aziende Ulss
«per la limitatezza ed inappropriatezza dei criteri utilizzati, solamente di tipo territoriale con grossolana coincidenza con l'ambito provinciale».
In laternativa Anaao propone «una riduzione del numero delle Aziende Ulss e una contestuale revisione degli ambiti territoriali basata prioritariamente sulle reali esigenze sanitarie e sociosanitarie della popolazione e sul rispetto dei requisiti minimi di sicurezza e di efficacia delle dotazioni tecnologiche, strutturali ed organizzative degli ospedali in rapporto al ruolo loro affidato».
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